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Ritmo Tribale + Ozora: recensione concerto Torino a Spazio 211

Allo Spazio 211 i torinesi Ozora aprono il ritorno dei Ritmo Tribale: un’ora e mezza di grande alternative rock da parte della band seminale milanese in forma smagliante

Sono mesi che i Ritmo Tribale sono tornati a suonare dal vivo in diverse città della Penisola e altre date si stanno aggiungendo al loro tour. Delle loro vicissitudini ne abbiamo parlato nel libro “Il Rock è Morto?” dove c’è un intero capitolo in cui Briegel racconta la storia della band, i motivi dello stop (perché ufficialmente non si sono mai sciolti) e la volontà di continuare a suonare assieme, con dei nuovi pezzi nel cassetto. Mi aveva promesso che sarebbero venuti a Torino in concerto, e così è stato.

Venerdì 9 febbraio 2018 raggiungo il bassista dei Ritmo Tribale allo Spazio 211, celebre locale di musica alternativa torinese che ospita anche gli eventi del TOdays, il Festival estivo organizzato da Gianluca Gozzi nella capitale sabauda. Briegel e io scambiamo due chiacchiere prima del concerto e mi anticipa che prima di loro suoneranno gli Ozora, band heavy prog torinese che si lancerà difatti a scuotere l’edificio. Il loro sound è potente, roccioso, non manca qualche pezzo disteso, reggono alla grande il palco con un Syd Silotto che canta saltellando e tuonando, abile frontman pieno di rabbia e ugola, ma soprattutto di simpatia quando, tra un brano e l’altro, scambia battute con alcuni loro fans.

Vedo aggirarsi tra il pubblico sia Briegel che Scaglia venuti a dare un’occhiata a questo gruppo che sa scaldare lo Spazio 211, band che canta in italiano brani tratti dal loro disco Perpendicolari. Voce e basso dei Ritmo Tribale tornano nei camerini compiaciuti mentre Paolo Marre continua a scavare assoli e riff devastanti, impressionante anche il comparto ritmico con Luca Imerito al basso e Danilo Saccotelli alla batteria, non so come siano riusciti a fine serata a mantenere integri i loro strumenti per quanto li abbiano percossi con soddisfazione del pubblico.

All’ingresso dei Ritmo Tribale il pubblico accoglie quasi timidamente i cinque musicisti che montano in fretta i loro strumenti, perché qua lo stage è uno solo, ben raccolto e i movimenti vanno calcolati. C’è deferenza, sembra non si voglia disturbare una storica band del rock alternativo italiano mentre monta l’attrezzatura sul palco, quasi per paura di deconcentrarli. Invece Andrea Scaglia si volta sornione e si conferma un intrattenitore di livello, del resto ha passato decadi a suonare in giro e sa come aizzare la folla: siamo qui per i Ritmo Tribale, loro sono tornati e le mani si alzano, gli applausi riempiono il locale e poi parte il muro del suono con L’Assoluto. C’è una grande carica sul palco, Scaglia, Briegel, Rioda, Talia e Marcheschi hanno alle spalle 6 fottuti album, più uno firmato con Xabier Iriondo a nome NoGuru. E così uno dietro l’altro si susseguono i brani della loro carriera come se avessero pubblicato ieri Bahamas e fossero venuti fin qui a presentarlo.

Briegel di mestiere fa l’avvocato nel settore musicale, e tu guardalo lì imperioso che diteggia sul basso con nonchalance. Quando suona Amara ci si rende conto di quanto lavoro fa il suo basso in questa canzone, del resto lui ha suonato non a caso anche con i Rats, Paolo Martella, Francesco Renga, Max Cottafavi (Liga) e Graziano Romani. Rioda elabora architetture sonore accattivanti, è sudato ed emozionato, talvolta fa lo sguardo cattivo sui pezzi sanguigni, sputa suoni noise dall’ampli dividendosi i soli con Scaglia. Il singer da parte sua dopo un po’ si libera di cappuccio e felpa e dondola secco con la sua chitarra, va su e giù, salta come un grillo, muove le braccia, indica noi e indica la band, le canzoni dei Ritmo Tribale sono anche le nostre storie. Ci sono i pezzi tratti dai primi album, Kriminale e Bocca Chiusa, e altri che arrivano da quelli che sono stati promossi su VideoMusic e MTV nel loro periodo più popolare: Ti Detesto, Base Luna, Oceano… ma anche un paio di canzoni arrivano dal loro primo disco dopo Edda, Bahamas, brani che fanno vibrare le pareti e che il pubblico apprezza parecchio. Con Sogna si sente l’intero Spazio 211 cantare insieme ai cinque musicisti milanesi, i Ritmo Tribale hanno arrangiato diversamente alcune canzoni nel mood a loro più congeniale, rimangono altrettanto belle e ad un certo punto Scaglia si lascia andare, scende sotto il palco con la chitarra e suona in mezzo al pubblico un paio di volte, godendosi la serata avvolgendosi dagli ascoltatori rapiti dalla performance. Gli Ozora sono rimasti a guardarli con ammirazione, ottimo esempio di band che si ferma a guardare dopo il loro turno, perché purtroppo tante band se la svignano senza ascoltare ciò che viene dopo.

Finisce il live set ma non basta, viene concesso il bis con Rioda e Scaglia da soli sul palco a suonare Uomini, poi sopraggiunge Marcheschi, elegantemente vestito alla Dylan Dog, e gli altri musicisti che tornano sul palco per concludere la serata con un paio di brani prima di salutare Torino con la mia canzone preferita, Universo. Vado via soddisfatto, i Tribali sono mancati dalle scene per parecchi anni ed è stato un vero peccato non poter godere della loro musica. La band continuerà il suo tour nei prossimi mesi portando il meglio della loro discografia in giro per l’Italia anche grazie al lavoro di Bagana Rock Agency, e sicuramente uscirà una nuova produzione a marchio Ritmo Tribale, sulla loro pagina Facebook sono stati già postati spezzoni di nuovi brani e Briegel ha accennato ad un Ep di prossima uscita con delle sorprese. Can’t wait!

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