Riaffiora
French Kiss
(Cd, Nopop, 2008)
pop, rock
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Secondo EP per i Riaffiora, band di Cittadella composta da basso, chitarra e batteria, che si muove tra sonorità pop e rock fortemente influenzate da artisti della scena contemporanea italiana (Baustelle) e internazionale (Placebo). Nei quattro brani di French Kiss il gruppo dimostra di avere buoni spunti, ma di essere ancora alla ricerca di un suono caratteristico.
La prima traccia, che dà il titolo all’album, si apre con vaghi richiami ai newyorkesi Interpol, immediatamente spazzati via dal cantato. Premio innanzitutto il coraggio di aver scelto di scrivere in italiano. Molto spesso, con sonorità di questo genere, la tendenza è quella di scegliere l’inglese. Il rischio, ovviamente, è quello di scadere nella banalità.
Rischio diventato realtà nel secondo pezzo, Senso: le atmosfere qui si fanno più rarefatte, quasi a voler dare maggiore risalto al testo, che però non è all’altezza di tanta esaltazione. Quando si trattano certe tematiche, è difficile risultare sensuali senza essere volgari o scontati, e qui la band non è riuscita a ricreare quella sensualità che secondo me trasuda invece da brani come L’estate degli Afterhours, che cito non a caso, proprio perché la chitarra di Matteo mi fa pensare ai loro primi lavori.
Degno di menzione, anche se non eccelso, è l’ultimo brano L’età adulta di F.C.. L’impostazione è alla Marlene Kuntz, influenza percepibile anche nella voce di Andrea. Pregevole l’inserimento della parte recitata ed effettata. La base musicale è apparentemente scarna, ripetitiva nel suo incidere sempre uguale di batteria che sottolinea un giro di chitarra quasi ipnotico, per poi esplodere in un crescendo a metà pezzo, con sonorità più distorte. Peccato però per questo finale, che non convince e smorza il mio iniziale entusiasmo, perché è il pezzo poteva aprire la via a un filone decisamente meno pop.
In sintesi, come direbbero a scuola (argomento molto attuale in questo periodo), il ragazzo è intelligente ma non si applica. Che, detto in parole povere ma più musicali, significa che la band ha delle potenzialità, ma ancora troppo grezze per delineare un futuro roseo nelle chart italiane.
Questo gruppo ha la fortuna (e credetemi, oggigiorno non è così scontato) di avere un cantante molto dotato, sebbene con una voce simile ad altre, e degli strumentisti capaci (anche se alcuni virtuosismi di chitarra sarebbe meglio lasciarli agli anni ’90), ma non ha ancora trovato la sua strada. La musica dei Raffiora è un mix di influenze interessanti, ma è così piena di rimandi ad altri da perdere originalità. Ci vuole coraggio per osare, lo so, ma è proprio questo che fa la differenza.
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