Reload Sound Festival
Biella, Parco Eunice Kennedy Shriver, 31/07 – 04/08/2020
Live report
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In quest’estate atipica, sono molti i musicisti che hanno voluto tornare on stage per regalarci un briciolo di normalità e per sostenere i lavoratori del comparto. Trasformando una limitazione in un’opportunità, si sono delineati spazi nuovi e hanno preso forma set più intimi e coinvolgenti. In questo, gli artisti sono stati sostenuti dalle organizzazioni, dagli enti, dai comuni e dai singoli che hanno fatto il possibile (e l’impossibile) per non cedere alla paura.
Qui nel Biellese il Reload Sound Festival è ormai considerato un classico: giunti alla decima edizione, Eddy Romano e la sua squadra non hanno voluto arrendersi. Hanno quindi posticipato l’evento e variato leggermente la formula, riuscendo comunque (anche in barba al maltempo) a fornire un prodotto di qualità e a portare sul palco del Parco Eunice Kennedy Shriver due nomi del calibro di Niccolò Fabi e Samuel Romano. E per questo, meritano tutta la mia stima.
Tre giorni, dal 31 luglio al 2 agosto, con un occhio di riguardo come sempre anche alle band locali. Un’area food attrezzata, un parterre placé con i posti assegnati ai sensi del distanziamento sociale. Tutto pronto quindi per la serata di venerdì quando, poco prima delle 22, le luci si spengono per accogliere sul palco Niccolò Fabi, vecchia conoscenza del Reload, Roberto Angelini e Pier Cortese, per un set acustico con una formazione ormai collaudata.
Essendo un tour ‘estemporaneo’, non nella fattispecie quello promozionale dell’album Tradizione e tradimento, la scaletta è in realtà un sapiente mix di brani vecchi e nuovi, tra i quali hit immancabili come Costruire, Vento d’estate e Negozio di antiquariato. Ma anche pezzi che non sentivano da un po’, come Ostinatamente. C’è spazio per qualche chiacchiera, qualche risata, ma anche commozione, nel ricordo di chi non c’è più (Ecco e Facciamo finta), perché con le sue liriche Fabi riesce a toccare corde in ognuno di noi che pochi altri cantautori sono e sono stati capaci di fare.
Sul finale, affidato a Lasciarsi un giorno a Roma, risulta davvero difficile restare incollati alla sedia, anche se come Niccolò stesso ci ha tenuto a precisare, è bello poter dare alla dimensione live una nuova connotazione, più confidenziale. Il risultato è un senso di familiarità tale da rendere quasi privata un’esperienza collettiva.
Il 1° agosto avrebbe dovuto essere dedicato ai gruppi biellesi, per non togliere spazio al panorama musicale locale. Purtroppo però all’ultimo l’organizzazione ha deciso di annullare l’evento a causa del maltempo e per questioni di sicurezza.
A farne le spese, anche in virtù dell’allerta della protezione civile, è stato anche il concerto previsto per domenica 2 agosto. Ma la voglia di portare a termine quanto iniziato ha fatto sì che Samuel, con il suo progetto Golfo mistico, venisse semplicemente riprogrammato per martedì.
La serata del 4 agosto si apre con le performance del collettivo hip hop Bldr e di Quanto, alias Matteo Buranello, artista noto nel Biellese. Alle 22 sale sul palco Samuel accompagnato dal produttore Ale Bavo (già LNRipley) e dal batterista Cristian Montanarella (Linea 77), che si siedono dietro a una sorta di bancone che, tanto per fare della facile ironia, ricorda quello di X Factor. Se la musica di Samuel di norma non si ascolta stando comodamente seduti su una sedia, per rispetto delle nostre limitazioni anche gli artisti hanno deciso di sedersi e di suonare in una condizione altrettanto improbabile. Scelta ovviamente molto apprezzata, segno di assoluta empatia.
Il set è un calderone nel quale trovano posto le tre incarnazioni principali di Samuel musicista. In primis i pezzi del suo album solita, Il codice della bellezza, riarrangiati con quel tocco di elettronica in più. Poi qualche estratto dal repertorio dei Motel Connection, progetto al quale aveva partecipato anche l’ex Subsonica Pierfunk, impossibilitato causa febbre a partecipare alla serata. E infine l’esperienza più ingombrante e totalizzante di tutti, quella con i Subsonica, dalla quale ci ha regalato una scelta insolita di canzoni voce/chitarra caratterizzate da arrangiamenti inediti.
Con Il codice della bellezza si chiude la performance e si spengono le luci sull’edizione più atipica del Reload Sound Festival, quella del decennale. Un’edizione che ricorderemo non solo per la musica, ma soprattutto per la voglia di tornare a vivere e a godere tutti insieme di quel rito tra sacro e profano che è il concerto.
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