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Il Rumore del Fiore di Carta: Lesson 3 (How to Live Without Senses)

Un viaggio andata e ritorno con le note di Lesson 3 (How to live without senses) nelle cuffie. Panorami spettacolari e musica paesaggistica non sono mai stati così vicini

Il Rumore del Fiore di Carta

Lesson 3 (How to live without senses)

(Cd, Autoproduzione)

post-rock, elettronica

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Il Rumore dei Fiori di CartaIl sole è basso sull’orizzonte e le montagne rosso fuoco incendiate da un tramonto spettacolare sul mare piatto di una calda estate. Sull’isola tutto tace, con la malinconia che ti assale ed il tempo che passa troppo in fretta. Tu, solitario, con la colonna sonora di fine estate nelle cuffie a guardare oltre il confine delle nuvole.

Il terzo lavoro dei Il Rumore del Fiore di Carta è musica che va oltre i territori paesaggistici. Con Lesson 3 (How to Live Without Senses) basta chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalle onde sonore di un post rock che non sconfina mai in un rissoso e travolgente fiume in piena.

Derivativi quanto basta, i cinque ragazzi molisani fanno degli Album Leaf e dei Giardini di Mirò un punto di partenza. Un grande lavoro, che con la libertà dell’autoproduzione, lascia fluire le emozioni senza legami con il passato.

L’inizio scoppiettante delle chitarre ferrose di Damged Robots (in a camomilla bar) è solo un brivido avvolgente, prima della calma. Il brano più diretto dell’album dove basta poco per essere felici.

Poi tempi costantemente dilatati ed una intrigante tromba che fa spesso capolino dietro un soffice tappeto increspato, che rende l’atmosfera ancora più eterea e distesa. Ma ancora Music for Vegan Vampires con i suoi ipnotici accenni elettronici che apre la strada alla soluzione finale: il crescendo passionale nel più classico stile dei giapponesi Mono.

Adesso che la musica nelle cuffie è finita, è tempo di ripartire con il piano di The Blind Cosmonaut Under the Sea che risuona ancora nelle orecchie: piccoli bit che si rincorrono senza raggiungersi e ti lasciano sospeso, leggero, in aria.

I pensieri corrono veloci nella speranza che tutto si fermi.


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Vincenzo Riggio
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