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AcomeandromedA: Occhio Comanda Colori

Agli AcomeandromedA piace giocare con le parole. Risulta evidente dal loro nome di ispirazione letteraria, dal titolo del loro album Occhio Comanda Colori, ma soprattutto dal modo di scrivere e cantare il loro alt-rock

AcomeandromedA

Occhio Comanda Colori

(Cd, Piccola Bottega Popolare)

pop, indie, indie pop, indie rock, alternative rock

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AcomeandromedA- Occhio Comanda ColoriNecessita di numerosi ascolti questo Occhio Comanda Colori, disco d’esordio della formazione degli AcomeandromedA, gruppo composto da Vito Indolfo, cantante e autore dei testi nonché studente di lettere, Willy Elefante, seconda voce, piano e sinth, Andrea Manghisi, studente di conservatorio alle chitarre, Matteo Tanzi al basso elettrico e Michele Manghisi alla batteria acustica.

Occhio Comanda Colori è un  disco complesso come lo è il titolo dell’album e il nome della band, ispirato dal romanzo di fantascienza di Fred Hoyle e John Elliot. È un disco non immediato, o meglio che non rende possibile un unico piano di lettura e di ascolto. Undici tracce che al primo approccio sembrano ricalcare il pop nostrano soprattutto nelle vocalità che ricordano il falsetto dei Negramaro, ma l’ascolto più attento e la cura dei testi aprono una diversa attitudine. C’è nelle canzoni un’attenzione maniacale per lo sguardo, per gli occhi, per la visione del mondo che dalla  prima traccia, intitolata con il nome del gruppo, AcomeandromedA ha un posto privilegiato nei testi scritti da Indolfo.

Testi asciutti, spesso taglienti nel linguaggio, a volte su toni melodici, a volte su suoni rock più pesanti e urlati in base all’atmosfera che il testo, e il tema del pezzo, vogliono evocare. Che sia uno sguardo sul mondo e sulla società o una voglia di rivalsa verso un amore finito male.

Un buon disco d’esordio che lascia qualche curiosità sugli sviluppi artistici del gruppo carente, forse sulla rifinitura degli arrangiamenti.

Il disco giusto da ascoltare più volte e, piacevolmente a buon volume, nel “grigiume” di una primavera che tarda ad arrivare.


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Sara Lilli
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