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The Winery Dogs: Hot Streak

Secondo album per i The Winery Dogs, il supergruppo che tra hard rock, blues, funky e soul conferma la facilità di lavorare insieme ad un album solare ed emozionante

The Winery Dogs

Hot Streak

(earMusic/Loud & Proud)

hard rock

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The Winery Dogs- Hot Streak-recensioneLe carriere di Richie Kotzen, Billy Sheenan e Mike Portnoy (i The Winery Dogs) non si discutono, tutti e tre hanno avuto le loro fortune e sono riconosciute leggende nonché maestri dei loro strumenti. Tre anni fa il loro album di debutto è stato accolto ottimamente, celebrando il tour con un DVD delle loro straordinarie performance. Richie poi non sta mai fermo, deve almeno pubblicare un paio di dischi all’anno e, dopo il suo personale Cannibals di gennaio, ecco che con l’autunno porta i suoi due compari a mostrare il loro secondo album insieme, Hot Streak.

Dopo un inizio direi esagerato con la virtuosa Oblivion, in cui Richie e Billy si fronteggiano a colpi di assoli di chitarra e basso, accompagnati da un drumming stupefacente, Captain Love rockeggia pesante in un brano a metà tra Mr Big e Ac Dc. Poi si lascia spazio al funky della title track e ancora riff veloci in How Long.

Hard rock, blues, funk e soul sono sempre gli ingredienti che Kotzen ormai mescola ad occhi chiusi grazie all’esperienza di trentanni di carriera e una quarantina, forse più, di dischi e collaborazioni con diversi artisti, accompagnando brani eleganti, rocciosi e ritmati con melodie orecchiabili e liriche intense. I suoi compagni hanno collaborato non di meno alle canzoni mettendoci non solo la loro straordinaria preparazione musicale, ma anche anni di lavoro a scrivere canzoni con Mr Big e Dream Theater.

Non mancano le ballad come Fire, Spiral, Think It Over, con un continuo giro di basso di Sheenan le cui dita non si fermano mai. La voce di Kotzen rapisce canzone dopo canzone, la mostruosa tecnica del trio solca le tracce del disco senza sosta, album che si ascolta tutto d’un fiato senza mai un momento di noia anche nelle parti più ammansite. Un lavoro che conferma il grande gioco di squadra dei tre che continuano ancora entusiasti di suonare insieme come nella prima release. Unica pecca visto, il talento indiscutibile, è che potrebbero osare qualcosa di più e sperimentare.

 

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Luca Paisiello
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