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Vixa: Tutto A Posto

Tutto A Posto racconta il malessere di provincia, il nichilismo punk e grunge, l'insofferenza ed il tormento dell'animo umano, il mal di vivere del soggetto borderline nei confronti delle incomprensioni di una società sempre più ostile e indifferente.

Vixa

Tutto A Posto

(Resisto)

post-hardcore, groove metal, crossover, industrial, rap italiano

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“Se si ha una certa sensibilità, com’è possibile mantenersi calmi in tempi come questi?” (Lev Tolstòj)

Accettare la realtà è un lavoro di stomaco: questa frase, estrapolata dal testo di Lavoro di Stomaco, potrebbe rappresentare, a mio avviso, il manifesto emotivo, sociale e tematico di Tutto A Posto, il viscerale album d’esordio dei ferraresi Vixa, cantato interamente in italiano ed anticipato dall’uscita del primo singolo Borderline.

Tutto A Posto racconta il malessere di provincia, il nichilismo punk e grunge, l’insofferenza ed il tormento dell’animo umano, il mal di vivere del soggetto borderline nei confronti delle incomprensioni di una società sempre più ostile e indifferente.

Questo è lo spleen esistenziale di Tutto A Posto: il grido di angoscia e rabbia dei cinque membri dei Vixa che si sviluppa attraverso 8 tracce dalle sonorità eterogenee: le vibrazioni cupe e potenti del metal, il ritmo del rap, le trame cosmiche e psichedeliche dell’acid blues, le interferenze del noise, le atmosfere al litio dei sintetizzatori, le urla hardcore e il timbro rauco ed alcolico di Alen Accorsi.

Tutto A Posto è una mente che gira a 3000, è ribellione ed urgenza di esprimersi, è sangue caldo nelle vene, è kerosene che brucia all’infinito.

Il debut album dei Vixa è un assalto sonoro frontale, pari a quello di un orso grizzly: si scaglia contro le regole del conformismo, contro le ingiustizie quotidiane e la non considerazione sociale come fossero cosparse di miele.

Il tutto affrontato con quel senso di solitudine finale, tanto comune quanto destabilizzante, e che ogni volta somiglia a quella misera bugia che affrontiamo quando rispondiamo a tutti quei “Come stai?”.

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