Verlaine
E Ti Proteggerò dal Jazz
(CD, Dead End Street Record)
pop d’autore
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Torinesi, i Verlaine arrivano a E Ti proteggerò dal Jazz, loro secondo prova, con la complicità di Lo Mele e Giancursi dei Perturbazione, chiamati per la produzione. E che ci mettono anche un pizzico del loro, quantomeno in un certo gusto per gli arrangiamenti.
L’apertura affidata a Piccoli Trascurabili Errori fa sembrare questo disco come una specie di versione gianduia dei Notwist, infarcita com’è di glitch e disturbi vari, ma sempre rispettosi della melodia.
Grosso errore.
E Ti Proteggerò dal Jazz è invece il tipico frutto del pop d’autore di casa nostra degli ultimi anni: dall’uso delle parolacce ai temi trattati, dal moderato uso dell’elettronica al “rispetto” per mostri sacri storici come De Gregori, tutto conduce alle stesse coordinate in cui si muovo Le Luci della Centrale Elettrica, Iosonouncane, Non Voglio Che Clara, un po’ anche gli Offlaga, con un pizzico di Teatro degli Orrori (che non guasta mai).
Ciò detto mon per sminuire il lavoro dei Verlaine, fatto di una buona scrittura e anche di un po’ di antipatica spocchia proprio come i loro compagni di cordata virtuale, ma per trovare un brodo di coltura comune alle ultime generazioni di band italiane, in grado di muoversi agevolmente tra passato, presente (e futuro?) del nostro pop d’autore, mostrando coerenza generazionale e -ognuna – anche il proprio piglio di originalità.
La natura di combo aperto dei Verlaine, come loro stessi si dichiarano, gli consente di spaziare in lungo e in largo anche con suoni e strumenti diversi, da archi a trombe, rendendo E Ti Proteggerò dal Jazz un disco vario e che non faticherà a trovare i suoi estimatori.
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