Velvet Score
Youth
(Black Candy Records)
post-rock, noise
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Ormai nel lontano 1999, quattro giovanissimi ragazzi fiorentini diedero alla luce un progetto chiamato Velvet Score, mettendo in mostra, già dai primi passi, ovvero dai primissimi EP autoprodotti, una voglia di sperimentare unita ad un talento che, seppur grezzo in origine, già brillava di luce propria. Così, dopo tanto lavoro per affinare la sintonia ed alla collaborazione con altri musicisti, i Velvet Score arrivano a produrre un nuovo EP dal nome di Danmark.spt.’02 che attira l’attenzione della neonata casa discorgrafica Black Candy Records. Da questa unione, che si rileverà longeva, nasce il loro debut-album, Youth. L’album in questione, racchiudendo il meglio dei Velvet Score fino al 2004, non tarda a colpire nel segno, suscitando sin dalle prime battute reazioni a tratti entusiastiche dal pubblico e dalla critica.
Ora, dopo dieci anni di collaborazione e altri due album studio prodotti, l’etichetta Black Candy Records, per celebrare l’evento legato alla ricorrenza, propone la ristampa di Youth, l’album di esordio dei Velvet Score. La ristampa ci propone oltre ai sette pezzi della prima pubblicazione, anche un inedito, The Ant.
Atmosfere surreali, percorsi onirici dove il noise si intreccia con melodie affascinanti e soluzioni squisitamente interessanti. Il post-rock proposto dai Velvet Score riesce ad emozionare coinvolgendo, arrivando a chiamare in causa più di un senso, a solleticare diverse facce dello stesso aspetto. La percezione che si ha, ascoltando le loro melodie dolci, miste a chitarre ringhianti, è che i ragazzi Sesto Fiorentino riuscivano, già dieci anni fa, ad amalgamare talento ad una vena compositiva degna di nota, suscitando riscontri emotivi importanti.
Le tracks di Youth, a differenza di quelle che le succederanno negli album a seguire, hanno una durata media molto alta. Essa rappresenta un chiaro sintomo della voglia di sperimentare e dalla ricchezza di idee dei Velvet Score, qualità che insieme alla loro attitudine si rivela capace di rendere i percorsi compositivi dei pezzi sia floridi che emozionanti.
Crying on the popcorn, il secondo pezzo dell’album, è un nitido affresco del loro talento. Atmosfere surreali fanno da cornice ad un cantato dolce e suadente, per poi, nel ritornello, assecondare le feroci chitarre distorte. L’intreccio tra la voce maschile e quella femminile attrae irrimediabilmente e la variazione che porta al secondo ritornello è eccellente.
Arpeggi echeggianti introducono Youth, il pezzo che ha dato il nome all’album. La track, come altre in questo album, ha una parte strumentale iniziale corposa, le melodie delicate portano poi al ritornello, in cui deflagrano chitarre ringhianti, accompagnando una voce insolitamente sferzante e grintosa. Dieci minuti di atmosfere surreali , di melodie variegate e mai banali.
Melodica ma struggente Advice from Mars, track capace di accarezzare le corde più profonde per poi giocare a due voci arrivando in un crescendo al ritornello lacerante ed intenso. Davvero un bel sentire.
Segue Summer exist, un pezzo diviso in due parti, Morning ed Evening. Nella prima la fanno da padrona atmosfere rarefatte e sperimentazione noise mentre nella seconda trova spazio la componente melodica e romantica.
In the Ant, l’ultimo pezzo della ristampa e l’unico inedito, il contesto appare leggermente diverso, dove il sound ricorda quello dei pezzi più recenti, con venature pop più marcate e con una pulizia di suono maggiore che in qualche modo sembra svegliarci dal bellissimo viaggio onirico che è stato l’album.
Una ristampa che permetterà a chi non conosce Youth dei Velvet Score di scoprire un piccolo gioiello, un portale verso l’emozione ed il coinvolgimento. La lunghezza delle tracks non annoia bensì diviene un espediente per tirare fuori il meglio dal talento dei Velvet Score. Raramente mi è capitato di dover tenere tanto a freno la penna…ben felice che sia capitato con loro.
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