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Uncledog: Passion Obsession

Chi ha nostalgia degli Incubus del periodo SCIENCE ? Ed allora per alleviare dolore e nostalgia ecco gli italianissimi Uncledog, arrivati al loro secondo disco sulla lunga distanza.

Uncledog

Passion Obsession

(VREC)

rock

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recensione Uncledog- Passion ObsessionChi ha nostalgia degli Incubus del periodo SCIENCE ? A leggere molto sul gruppo californiano, c’è da dire che sono tanti i nostalgici di quelle sonorità che avevano reso famosa nel mondo la band di Brandon Boyd alla fine degli anni novanta. Ed allora per alleviare dolore e nostalgia, l’ottima Vrec propone gli italianissimi Uncledog, arrivati al loro secondo disco sulla lunga distanza.

Passion Obsession è ciò che si avvicina di più a quanto scritto in premessa, grazie ad una band bravissima nel suonare ed ad un cantante come Nicolò Garavello che ricorda tantissimo il Boyd d’annata.

Il lavoro parte con una canzone bomba come O.E.K.E. dalla vena melodica importante e dal tiro indovinato. Let me dive sembra essere un tuffo nel passato quando il crossover degli Incubus si faceva notare in tutto il pianeta, così come Wow che è davvero un brano che avrebbe tutto per sfondare nelle classifiche di mezzo mondo.

La produzione affidata a Pietro Foresti rende, poi, il disco molto mainstream e dalle sonorità assolutamente internazionali e questo è un bene per il gruppo patavino che ha davvero molte carte da potersi giocare nei tavoli che contano. Take a look si divincola tra ritmi funk e ritornelli molto radio oriented, mentre Anything Else è la ballad che deve essere presente in un disco come questo.

Il disco mantiene livelli costanti e si chiude con un’altra canzone significativa come Her.

Alla fine dei conti il lavoro realizzato dagli Uncledog è di spessore, perché è composto da canzoni di grande qualità. Il “rimprovero” è quello di essere troppo legati alla proposta degli Incubus che furono. Se i cinque ragazzi italiani riusciranno a sdoganarsi da questo aspetto, potranno spiccare il volo verso lidi prestigiosi, perché a differenza di tanti loro colleghi, costoro sanno scrivere canzoni. Ed al giorno d’oggi questo aspetto, che dovrebbe essere normale, si rivela un tesoro da custodire con cura e parsimonia.

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Francesco Brunale
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