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Truckfighters: Universe

Decimo album del trio svedese Truckfighters: Universe è una scarica di stoner rock potente e maturo tutto da ascoltare

Truckfighters

Universe

(Fuzzorama Records)

stoner rock, desert rock, alternative rock

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https//youtu.be/2XPY_8AYaJI

 

Truckfighters- UniverseDopo l’Ep The Chairman (2013), i Truckfighters pubblicano Universe, un disco potente e sudicio, polveroso e devastante, carico di tensione ma non privo di calore. Gli eroi svedesi (sì, svedesi!) dello stoner rock offrono nel loro decimo album suoni ben studiati e atmosfere ben rese dalla costante presenza del fuzz e da ritmiche martellanti e potenti.

Il brano di apertura Mindcontrol ne è un esempio: forte, diretta, danzante, distorta; il sound della band è piuttosto essenziale, a dir la verità, ma non per questo meno efficace; le dinamiche sonore non sono molte, ma le variazioni ritmiche, aiutate da una potente chitarra droppata e da una voce forte ma non invadente conferiscono alla struttura di camminare spedita.

Lo stesso discorso si può fare riguardo il brano successivo: The Chairman, decisamente più “Desert”, spara dritto nelle orecchie esplosioni che si avvicinano al Nu Metal: il duo di basso e batteria è prepotente e preciso, il fuzz è il fuoco intorno al quale si balla una danza ora sciamanica, ora spettrale. Otto minuti che passano rapidamente e dopo i quali non è concessa tregua: la coda del brano porta, infatti, direttamente a Prophet, un pezzo con una bella melodia accompagnata da un muro sonoro a volte cauto e a volte esplosivo, che però mantiene una formidabile tensione degna di una passeggiata sull’orlo di un abisso.

La band non rinnega le influenze, che con lo scorrere del disco diventano chiare: Queens of the stone age su tutti, ma Universe è ricco anche di atmosfere che rimandano ai Tool e ai Kyuss.

Get lifted parte più rilassata, ma anch’essa si concede a stupri elettrici e a psicopatiche varianti ritmiche, forse le vere protagoniste del disco: un iniziale senso di pace, in realtà una falsa tregua, viene a tratti turbato dalla caduta in un vuoto cosmico fatto di suoni ruvidi ed instabilità ritmiche…un altro brano di otto e passa minuti che scorre decisamente bene.

Il lancio di Convention lascia l’amaro in bocca non appena ci si rende conto della durata di neanche due minuti della canzone, ma Dream sale ripaga bene…finché non si giunge all’ultima traccia: Mastodont, capolavoro del disco e giusto riepilogo di quanto ascoltato sino ad ora: un album in cui diversi mondi appartenenti ad un unico universo si fondono in un baccanale di vera potenza ritmica e sonora.

Universe, in finale, è un disco ugualmente buono da tenere  in sottofondo mentre si passa una serata in compagnia o come potente colonna sonora da sparare ad alto volume mentre si cavalca l’autostrada. Probabilmente è il disco più riuscito dei Truckfighters, tre musicisti che hanno dimostrato di saperci fare e di  saper fondere sapientemente il gelo nordico delle loro terre con l’infuocato clima dei deserti americani

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