Tomakin
Epopea Di Uno Qualunque
(The Prisoner)
synth pop, new wave
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Se cercate un gruppo che proponga della musica “diversa” e con dei testi critici verso la società odierna, i Tomakin fanno al caso vostro. Dopo due anni dal loro esordio, con il gradevole Geografia di un momento, la band piemontese torna con Epopea di uno qualunque, album interessante votato al synt-pop, new-wave e qualche incursione nell’elettro-rock. Ma soprattutto sono i soggetti delle loro canzoni ad avere la ribalta. Motociclisti esibizionisti, figli di baroni arricchiti dalle caste, mamme rapite dalle slot machines sono alcuni dei protagonisti dell’album, che appunto rende la band indagatrice del presente.
Nelle undici tracce che compongono l’album possiamo trovare la “subsonichiana” Poser, alcuni pezzi votati al new-wave come Avanguardisti, La Legge di Murphy, Rave, Bluff Art, la gradevole Quasi Mai Delusi tendente all’elettronica d’annata, Fuori orario e Squali che virano più sul pop, il rock di Il vuoto di Torricelli, l’elettro-rock di Epopea di Uno Qualunque e Flotta Interstellare molto più “elettronica” delle altre.
I Tomakin dopo un brillante esordio riescono a mantenere le aspettative, in un album che è un connubio perfetto tra generi musicali poco in voga in Italia e critica sociale, anche feroce in alcuni casi. Pertanto non vi resta che ascoltare la band e lasciarvi coinvolgere dalla loro musica.
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