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Three Mile Pilot: The Inevitable Past Is The Future Forgotten

Dopo 10 anni di pausa tornano i Three Mile Pilots con un album nuovo di zecca. The Inevitable Past is the Future Forgotten si farà largo fra i tanti album in stile post punk dell'ultima ora

Three Mile Pilot

The Inevitable Past Is The Future Forgotten

(Cd, Temporary Residence)

indie rock, wave

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Three Mile Pilot- The Inevitable Past Is The Future ForgottenI Three Mile Pilot sono una band indie rock proveniente da San Diego – California. Formatisi nel 1992, esordirono con l’album Nà Vuccà Dù Lupù, un album registrato e mixato in 3 giorni, con l’utilizzo solamente di voce, basso e batteria.

Negli anni seguenti pubblicarono altri 2 album ed un paio di Ep, l’ultimo dei quali nel 1998 ebbe come seguito solamente una compilation nel 2000.

Dopo dieci anni in standby, con tutti i membri impegnati in progetti collaterali (dei quali il più importante è quello di Pall Jenkins con i Black Heart Procession), ecco tornare i Three Mile Pilot con questo The Inevitable Past Is The Future Forgotten.

Si parte subito forte con Battle, un brano molto intenso che ricorda gli ultimi Interpol e cattura l’ascolto fino all’ultima nota.

Still Alive recupera sonorità in stile Cure anni ’80 e risulta un brano molto accativante, seguito da Grey Clouds, brano con un giro di basso molto cupo.

Con Same Mistake già si vola alto e l’inizio fa pensare ai brani più famosi dei Coldplay o dei Killers e risulta essere uno dei pezzi più forti dell’album.

Se What I Lose resta in bilico fra il goth e la new wave, Left In Vain ritorna in territorio post-punk e strizza l’occhio fortemente alle sonorità ultimamente riproposte anche dai The National.

The Thresold richiama maggiormente ai lavori di Jenkins con i Black Heart Procession ed è caratterizzata da un riff di chitarra intrigante.

La trascurabile ballata sghemba One Falls Away lascia poi spazio ad un’altra perla; Days Of Wrath prende pesantemente spazio nella mia mente e non se ne andrà nemmeno dopo aver spento il lettore.

Le tematiche variano fra rimpianti e riflessioni di vario tipo, ma in Planets, brano già anticipato in edizione limitata, si fanno meno inquiete e ci si dirige verso un gran finale con la melodica post-punk di What’s In The Air e la ballad di chiusura Premonition.

La verità è che in questo album ci si potrebbe lasciare fuorviare e portare a confronti con tante band che si sentono oggigiorno, ma queste cose i Three Mile Pilot le facevano già più di un decennio fa.  Un album imperdibile per chi già ama Editors, Interpol e compagnia bella. Consigliato a chi cerca qualcosa di ricercato e di molto curato.


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Fabio Busi
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