Thomas
Mr. Thomas’s Travelogue Fantastic
(Cd, Automatic)
pop, disco, funky
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Se qualcuno aveva dubbi circa l’originalità ormai sempre più scarsa del nostro panorama indie si ricrederà ascoltando questo Mr. Thomas’s Travelogue Fantastic.
L’album è la prima vera prova dei Thomas, che già avevano pubblicato un mini cd autoprodotto nel 2010 dal titolo Space Harp. Nello stesso anno avevano poi pubblicato uno split single con il dj Tarick 1, nel quale si remixavano a vicenda.
L’etichettatura di gruppo indie però è un po’ stretta a dir la verità: chi crede di trovarsi di fronte all’ennesima noiosa band, sbaglia di grosso. La loro musica si allontana dalle sonorità classiche del genere e si espande dal pop al funky, prediligendo sonorità prese in prestito dalla disco music degli anni ‘80 con inserti elettronici sempre più intriganti.
Freakin’ Monster apre l’album: è un funky frizzante che inizia con un giro di piano ripetitivo, si addentra in atmosfere rarefatte con effetti elettronici e vibrafono, e si conclude con chitarre elettriche prepotenti. Be Hive sorretto da interessanti linee di basso si cala nelle sonorità synth-pop degli anni ‘80. 43 Sunsets con il suo organo psichedelico omaggia il blues rock degli anni ’60, mentre Rollercoaster è un brano da ballo sorretto da un basso pulsante. Il mix di soul,dance e funky di Sunshine sembra un insolito matrimonio tra il Daniele Sivestri di Salirò e Barry White. Con il passaggio dal soul di Sunshine alle atmosfere trance-chillout di True Romance ci spostiamo verso luoghi più metafisici: questo percorso ha il suo apice emotivo nell’intensa Clogged. Con il ritornello ipnotico di Monolab lentamente rimettiamo piede sulla terra. Hey è un brano che inizia con una chitarra elettrica prepotente e finisce con una coda dance tribale. L’album si conclude con Sante, un’imprevedibile ballata acustica che ricorda il primo David Crosby.
Il punto di forza dell’album è quello di sapersi rinnovare brano dopo brano. Il disco scorre piacevolmente dall’inizio alla fine: i Thomas sono una band da tenere d’occhio.
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