The Von Bondies:
Love, Hate and Then There’s you
(Cd, Sire Records)
garage rock, indie rock, alternative
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I Von Bondies sono una strana realtà. Capitanata dal cantante chitarrista Jason Stollsteimer la band presenta al pubblico il quarto lavoro in studio, Love, Hate and then There’s you, dopo quasi cinque anni di inattività.
Strana realtà in quanto, sin dai tempi dei The Baby Killers, primo nome del gruppo, il quartetto di Detroit ha sempre faticato a trovare una propria personale dimensione.
Ai Von Bondies è forse mancato l’apporto di una line up stabile e strutturata, forse il guizzo creativo di altri colleghi, tant’è che anche questo disco, pur suonando bene, non lascia tracce significative del suo passaggio.
In Love, Hate and then There’s you non mancano spunti interessanti e piacevoli, riff azzeccati e ritornelli main stream. Il difetto principale è senza dubbio la carenza di originalità, di qualcosa che permetta al combo del Michigan di elevarsi dalla massa.
Brani come Blame game e I don’t wanna richiamano fortemente realtà della scena garage scandinava, Hellacopters e Hives su tutti Accidents will happen potrebbe tranquillamente venir spacciata per una cover degli Strokes, e This is our perfect crime assomiglia ad una delle qualsiasi canzoni in heavy rotation su Virgin Radio.
Perché un disco catturi l’attenzione non occorre sempre trovare qualcosa di sensazionale e innovativo, tuttavia i Von Bondies non fanno davvero nulla per provarci e questo a lungo andare li trasforma in un eterna promessa.
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