The Ting Tings
Sounds From Nowheresville
(Cd, Columbia)
indietronica, electroclash
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Dopo l’esordio col botto datato 2008 con l’album We Started Nothing, quando il ritornello “The drums, the drums” ripetuto all’infinito ci aveva massacrato le orecchie, tornano gli inglesi The Ting Tings con il nuovo album Sounds From Nowheresville.
Il primo estratto e anche prima traccia dell’album è uno dei brani migliori: Silence incanta con atmosfere dark-electro alla Zola Jesus e si discosta notevolmente dalle produzioni di Jules De Martino e Katie White.
Con Hit Me Down Sonny, si entra in un terreno molto affine alla M.I.A. più commerciale ed anche ai The Ting Tings e con Hang It Up, secondo estratto dall’album ci si trova esattamente catapultati a 4 anni fa all’epoca di Shut Up And Let Me Go, seppure le atmosfere provino a virare verso un groove più funk.
In Give It Back ci si aspetta di sentire arrivare le Salt’N’Pepa di Push It da un momento all’altro e seppur piacevole il pezzo non brilla per originalità.
In Guggenheim le cose cambiano e si resta sorpresi da un brano ipnotico molto parlato più che cantato, in bilico fra alcune cose delle Elastica e i The Kills. Decisamente il brano migliore di questo nuovo lavoro con Katie White ad un ottimo livello interpretativo.
La virata funk di cui dicevo prima si nota anche maggiormente in Soul Killing, seppure il brano non sia comunque degno di nota e sembri quasi una b-side di Kelis.
One By One ci riporta all’electroclash che ha fatto la fortuna dei The Ting Tings, con una base acida e ripetitiva ma comunque di buon livello.
La sensazione è comunque di idee non troppo definite, soprattutto con la successiva Day To Day, brillante r&b contemporaneo alla Beyoncè/Rihanna, bello, ma troppo distante dal genere del resto dell’album.
Il dream pop di Help e la splendida In Your Life farcita di archi ci conducono alla conclusione di un album non immediato all’ascolto ma comunque interessante.
In questo Sounds From Nowheresville non sembra esserci un filo logico a causa dell’alternanza di generi, ma alcuni brani sono decisamente di un livello qualitativo superiore alla media e già per questo il nuovo The Ting Tings merita un attento ascolto e a mio parere anche un acquisto. Scordatevi però Great DJ, qua non c’è nulla del genere.
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