The Orange Beach
Amateurs
(Autoproduzione)
rock, psichedelia, alternative rock
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Con una storia complicata alle spalle, i casertani The Orange Beach fanno seguito al loro disco del 2010, Fuzz You, con questo nuovo Amateurs.
In primo luogo da terzetto sono diventati un quartetto, con l’innesto in pianta stabile di un percussionista.
In secondo luogo decidono razionalmente di aprirsi ad influenze tra le più disparate, che arrivano da un chitarrista palestinese conosciuto in un campo di rifugiati ai mai troppo celebrati Bark Psychosis.
Al di là delle buone intenzioni, però, Amateurs è un disco piuttosto convenzionale in cui rock e psichedelia, indie, jazz-rock, fusion e shoegaze fanno tutti capolino senza che nessun genere prenda il sopravvento.
Niente male, davvero, ma di canzoni come Proto, giusto per fare un esempio, che strizzano l’occhio al post-rock come declinato al di là nell’oceano nei primi anni ’90 da band come Slint e June of 44, ne abbiamo sentite a iosa.
La differenza è che i The Orange Beach si salvano in calcio d’angolo: con loro non c’è mai la fastidiosa e netta sensazione di plagio o di forte “ispirazione”; c’è comunque un sano piacere nell’ascoltare una band che ha fatto suoi gli ultimi 20 anni di rock con le chitarre, li ha metabolizzati e li risputa fuori come un unico flusso musicale, incurante di cosa-arrivi-da-dove e perché.
I The Orange Beach sono: Paolo Broccoli – chitarra, Agostino Pagliaro – basso e voce, Maurizio Conte – batteria, Antonio Perillo – percussioni.
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