The Murder Capital
Blindness
(Human Season Records)
Post Punk, Alternative Rock
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Arrivano al terzo lavoro i Murder Capital, un album tirato, con un sound quasi alternative/grunge che si discosta dal post punk a cui ci avevano abituati.
Già dalle prime note di Moonshot, traccia d’apertura si percepiscono le sonorità di questo Blindness, ruvide, cattive, meno sofisticate del suo precedessore.
A seguire uno dei singoli proposti prima dell’uscita, una Words Lost Meaning che profuma tanto di Seattle all’inizio degli anni ’90. Un ispiratissimo James McGovern ci trascina nell’emotività sonora e già sembra di sentire il pubblico cantare all’unisono “Oh I, never need you to say ‘I Love You’ , The Words Lost Meaning” .
Can’t Pretend To Know è forse il brano che più ricorda lo stile di Gigi’s Recovery anche se si avvicina pericolosamente anche ai conterranei Fontaines D.C.
Deliziosa la seguente A Distant Life, più affine allo stile indie britrock dell’inizio del secolo.
Arriva un momento molto introspettivo con la non immediata Born Into The Fight che apre alla seguente Love Of Country, brano con atmosfere soft che però trasuda irrequietezza da tutti i pori.
Se con l’ottimo post punk di The Fall tornano le sonorità dei lavori precedenti, con Death Of A Giant ci avviciniamo a ritmiche spigolose tipiche del math-post rock dei primi Mars Volta.
La delicatezza quasi folk di Swallow conduce verso il termine dell’album con l’incedere di That Feeling, una bomba ad orologeria che parte tranquilla per esplodere lentamente e con la conclusiva Trailing A Wing, brano pacato che vede la rabbia svanire e lasciare posto ad una timida quieta rassegnazione.
Con questo Blindness i The Murder Capital diventano davvero maturi e mostrano ulteriori sfaccettature del loro talento. Il fatto che l’album richieda più ascolti per essere assimilato lo vedo come un ulteriore punto di forza e non di debolezza. Bravissimi!
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