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The Mars Volta: Noctourniquet

Prendere o lasciare: succede sempre così con ogni nuovo album dei The Mars Volta, che dopo tre anni di assenza pubblicano il loro sesto lavoro in studio, intitolato Noctourniquet, e apportano alcuni cambi nella formazione

The Mars Volta

Noctourniquet

(CD, Warner Music)

alternative, pyscho rock, prog rock

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The Mars Volta- NoctourniquetPrendere o lasciare: succede sempre così con ogni nuovo album dei The Mars Volta, che tre anni dopo Octahedron pubblicano il loro sesto lavoro in studio, intitolato Noctourniquet, e apportano alcuni cambi nella formazione, in quanto viene sostituito il batterista David Elitch con il rientrante Deantoni Parks e per la prima volta non partecipano John Frusciante e lo storico tastierista Isaiah Owens. Rimane comunque lo zoccolo duro, costituito dai fratelli Omar e Marcel Rodriguez-Lopez (chitarra, cori, composizione e produzione il primo, tastiere il secondo), Cedric Bixler-Zavala (voce e testi), Juan Alderete (basso) e Lars Stalfors (tastiere e missaggio): vengono da Texas, Messico, Portorico, New York, California, una molteplicità che si riflette nel cuore del gruppo, sempre alla ricerca di sfaccettature diverse da esprimere e sviluppare.

L’esordio con The Whip Hand e Aegis risulta particolarmente aspro, duro e distorto: con atmosfere simili ai Radiohead, che esplodono con improvvise e rumorose accelerazioni. Con Dyslexicon, il sound diventa crudo e tagliente, la ballata Empty Vessels Make The Loudest Sound presenta uno psychedelic rock che ricordano i Pink Floyd. Complessa The Malkin Jewel, piena di vere e proprie acrobazie sonore, più semplice invece Lapochka, comunque mai banale, anzi intensa e interessante. In Absentia, originariamente prevista come title track, racchiude tratti molto curati e ben filtrati: convulsi e nervosi nella prima parte, disperati ed emozionanti nella seconda. Imago è uno schizzo di immagini, tra nostalgie psichedeliche e delicate note di una chitarra classica; l’ottima Molochwalker fonde e confonde ritmo ed elettronica, Trinkets Pale Of Moon è un lento crescendo sospeso nello spazio più nero, segue poi Vedamalady, che aggiunge tastiere e synth al mood appena raggiunto. Ecco la title track Noctourniquet, formula magica che rappresenta perfettamente quanto espresso in questo disco. In chiusura, Zed and Two Naughts offre sonorità già note nelle tracce precedenti.

Seguendo le tracce lasciate da Octahedron, i The Mars Volta rivelano in Noctourniquet un sound meno sperimentale, leggermente ripulito, meno complesso e meno radicale rispetto al passato. Tredici tracce mai immediate e mai ovvie, un album da ascoltare comunque con precisione e attenzione per coglierne i molti spunti offerti e lasciarsi così trascinare in territori musicali prima inesplorati.

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