The Collettivo
Modern By Contract
(Cd, Materia Principale)
synth-pop, alternative rock
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Partire dall’inizio o dalla fine? Da quello che i The Collettivo musicalmente sono o da quello che non sono (o potrebbero essere)? Quello che bisogna saper per ora è che sono di Napoli, che sono in 6 (ognuno ha il suo nome da battaglia) e che Modern By Contract è il loro secondo album.
La recensione è divisa in due paragrafi: dopo questo preambolo i lettori decideranno se iniziare a leggerla partendo dal primo o dal secondo. In questo caso infatti l’ordine non conta: si è preferito privilegiare la frammentarietà a discapito dell’omogeneità.
I The Collettivo non sono ben rappresentati da Winter Blue, dove si presentano con toni minacciosi di synth e canto disperato, il tutto che fa immaginare uno scenario quasi apocalittico. E neanche in You Hell And Garbage Smell, dove affondano nella romantic-wave a là Duran Duran, complice il sax soffuso. Oscurità e romanticismo sono solo aspetti fuorvianti della loro musica.
Kill The Killers abbandona l’oscurità in favore di un electro-pop ballabile e malato. Segue il synth-pop a là Bluvertigo-Depeche Mode di Put The Monster In The Spot Light. La sgangherata, irriverente e ossessiva Last Train To Piscinola è l’apoteosi della loro follia comunicativa: si tratta di un viaggio schizzoide nella metro napoletana, con fermata appunto a Pescinola, quartiere partenopeo. Master Of Love è guidato da un basso ben in mostra, ventate sintetiche, chitarre prepotenti sul ritornello e inserti sinfonici: un potenziale singolo. Loser è un caleidoscopio di giochi elettronici, mentre in Saturday Night Life si riaffacciano di nuovo i Bluvertigo. Il disco si chiude con Second Class Showman, che potrebbe essere un ipotetico inno da stadio, con i suoi arrangiamenti sinfonici, e un canto che fa chiaramente il verso a Jarvis Cocker dei Pulp.
I The Collettivo sono in verità tutto quello che è stato descritto in quest’ultimo paragrafo: follia, epicità e ritmo.
Modern By Contract è influenzato dalle sonorità di Depeche Mode e affini, ma ogni brano è reso un minimo personale grazie all’interpretazione malata del collettivo napoletano. E’ proprio quest’ultimo aspetto il più importante e valido.
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