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The Chemical Brothers: Don’t Think

Con una tracklist che non si fa mancare praticamente nulla di tutti i classici più o meno recenti del duo, il risultato raggiunto da Don't Think è quello di un vero e proprio trip ad occhi aperti

The Chemical Brothers

Don’t Think

(Dvd + Cd, Virgin)

electronica, big beat, dance

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Finalmente! Registrato durante il Fuji Rock Festival 2011 (Giappone), dopo una serie di antepirime cinematografiche, ecco il Dvd + Cd (o Blue-ray + Cd) dei Chemical Brothers, Don’t Think.

Adam Smith è un padreterno della regia di video musicali e con questo vero e proprio film dà il suo massimo. 20 telecamere e 50 ore di girato per realizzare i 90 minuti che compongono Don’t Think, con lo scopo dichiarato (e riuscitissimo) di portare nelle pareti di casa l’esperienza di un concerto dal vivo dei Chemical Brothers.

L’idea, in verità già ampiamente sfruttata da Nine Inch Nails e Prodigy, è di privilegiare il punto di vista proprio del pubblico, ma l’ampio apparato di visual che accompagnano sul palco i fratellini chimici qui dà una mano e non da poco.

Con una tracklist che non si fa mancare praticamente nulla di tutti i classici più o meno recenti del duo, il risultato è quello di un vero e proprio trip ad occhi aperti, perfettamente coerente con la visione di moderna psichedelia elettronica dei Chemical Brothers.

Certo, non tutti i visual sono inediti (alcuni sono stati ampiamente già sfruttati nei tour precedenti), ma restare seduti o quantomeno senza battere il piedino durante la visione di Don’t Think è praticamente impossibile.

La versione Dvd contiene la stessa tracklist del Cd, con in più solo un’intro e un’outro, mentre il Blue-Ray sfoggia un mixaggio a 7.1 canali (per i fortunati possessori di un impianto adatto), a dispetto del Dvd che oltre la traccia stereo contiene un più collaudato Dolby Digital 5.1. La qualità delle immagini è perfetta, i movimenti di macchina studiati alla perfezione, il montaggio vorticoso e da manuale. Una goduria che dopo aver visto la parte video funziona decisamente meno nella parte solo audio, ma solo perché il coinvolgimenti dei sensi nella versione audiovisiva è pressoché totale.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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