The Bryan Ferry Orchestra
The Jazz Age
(Cd, BMG)
jazz
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Molti artisti hanno rivisitato album vecchi, o completamente restaurato brani del loro repertorio, ma questo The Jazz Age della Bryan Ferry Orchestra è tutta un’altra cosa. Il caro Brian (ex Roxy Music), in questo album non suona e non canta (di ciò si occupano i membri della Pasadena Roof Orchestra), ma si occupa della produzione e della rivisitazione in stile jazz anni ’20 di alcuni dei suoi più grandi successi (sia della band che da solista).
Si parte in un’atmosfera da Cotton Club con Do The Strand, storico brano tratto da For Your Pleasure, album dei Roxy datato 1973. Con Love Is The Drug si continua aggiungendo trombone e banjo e rendendo il tutto ancora più attraente.
La più ritmata Don’t Stop The Dance fa immergere sempre più in questo viaggio nel passato, subito incalzata dalla bellissima Just Like You tratta da Stranded, album del 1973.
Avalon è il secondo brano scelto dalla carriera solista di Ferry, rivisto in una versione che esalta un ritmo quasi latino del bellissimo brano.
Dopo The Bogus Man – che sembra quasi resuscitare lo spirito di Duke Ellington – arriva uno dei cavalli di battaglia della produzione della band inglese: Slave To Love è uno dei brani meglio riusciti e sembra tratto proprio dalla discografia storica degli anni d’oro del jazz.
This Is Tomorrow anima il sound ma essendo uno dei pezzi meno famosi, si fa molta fatica a riconoscerlo, se non leggendone il titolo.
Di nuovo atmosfera rilassante da jazz club con The Only Face tratto da Mamouna, album solista del 1994.
Con un susseguirsi di brani più o meno noti e di ritmi più o meno animati, si passa da I Thought a Reason Or Rhyme per poi giungere alla chiusura con Virginia Plain (tratta dal repertorio Roxy Music) e This Island Earth, altra punta di diamante di questo The Jazz Age.
Un progetto molto ambizioso che rischia purtroppo di restare relegato all’ascolto dei più grandi fans dei Bryan Ferry e dei Roxy Music. Meriterebbe invece un attento ascolto da parte di tutti gli appassionati di musica perché risulta essere semplicemente divino.
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