The Black Spiders
Sons Of The North
(Cd, Dark Riders/Cargo Records)
hard rock
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L’album dei Black Spiders, quintetto attivo già dal 2008 nel Regno Unito, è fatto di un hard rock che rimanda dritto dritto agli anni ’70, sporco, sinuoso, ben suonato, che però non riesce proprio a coinvolgere e convincere fino in fondo. Non tanto perché la carne al fuoco sia poca, quanto perché stracotta.
Sons Of The North non è sgradevole da sentire, semplicemente rischia in molti – troppi – passaggi di rimanere impantanato nel gorgo di reminiscenze che esso stesso attiva; ogni cosa è al suo posto ma forse troppo per creare qualcosa che si abbia voglia di tornare ad ascoltare assiduamente o che faccia veramente breccia. Fila via veloce e ossessivo, su un piano inclinato senza asperità. E poi finisce.
L’intro è affidato a Stay Down, che già delimita il campo di azione dell’album, quel mix di suoni polverosi e squillanti, persistenti ed energici che si ritroveranno anche nelle tracce successive, di maggior respiro. Come Blood Of The Kings, che aggiunge dei tocchi epici che fanno da epilogo al suo ritmo ipnotico e trascinato. Decisamente più leggero Easy Peasy (come non immaginarselo dal titolo, del resto!) orecchiabile e squillante, che propone un duetto vocale. Tutto è tagliente e si colora di nero pece in Medusa’s Eyes, mentre una ironia feroce e candida attraversa St Peter.
Per i Black Spiders, la prima metà di maggio è occupata da diverse date in patria. Se capitate da quelle parti potrebbe essere interessante farsi un’idea della band dal vivo, e cercare di scrollare l’impressione non del tutto positiva data dall’album.
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