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TaxiWars: Artificial Horizon

Album numero tre per il singer dei dEUS e i suoi tre colleghi TaxiWars, in cui predomina un jazz-indie-punk di sperimentazione e creatività, un vero caleidoscopio di stili e sonorità.

TaxiWars

Artificial Horizon

(Sdban Ultra)

jazz, art rock

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recensione TaxiWars- Artificial HorizonQuando si sente parlare di Tom Barman vengono subito in mente i dEUS, l’eclettica band belga nata negli anni 90 di cui attendiamo sempre un altro disco inedito da anni, capace di meravigliare con le sue atmosfere sonore ispirando non pochi gruppi nei decenni a venire. Tom da qualche tempo ha fatto comunella con il sassofonista Robin Verheyen, il bassista Nicolas Thys e il batterista Antoine Pierre nel suo nuovo progetto denominato TaxiWars.

Artificial Horizon è il loro terzo album a marcatura strettamente jazz-rock sperimentale, questa volta in maniera ancor più tenue con 10 brani rilassanti, ritmati qua e là come nell’opener Drop Shot che comincia a cullarti fin dall’attacco, o la suadente Sharp Pratice che segue appena dopo con una vivacità “beat hip hop anni 80” lievemente trattenuta, e l’accesa Infinity Cove.

Insomma, troviamo molto jazz ad essere sinceri, ma spesso con un’indolenza punk che rende il tutto decisamente accattivante.

La title track pende letteralmente dalla bocca di Verheyen che costruisce un tappeto sonoro spensierato con il suo sassofono, ma gli assoli sono banditi nella loro lunghezza, come recita il comunicato stampa, per il desiderio di essere più “affilati, diretti, crudi”. E ci sta più che bene dato che abbiamo brani che vanno dai due ai quattro minuti ed è più semplice lasciarsi rapire dalle atmosfere jazz della band.

In questi 40 minuti scarsi abbiamo anche un piano che s’infila nei brani romantici e riflessivi come Irritated Love e la conclusiva On Day Three che si avvia con una lunga apertura strumentale struggente, mentre in They’ll Tell You You’ve Changed questo strumento aiuta a dare corpo al brano dominato dal basso di Thys e i piatti di Pierre.

Artificial Horizon è un album che i TaxiWars hanno voluto per solleticare l’ascoltatore che, finite le vacanze, si appresta a tornare alla quotidianità e cerca il disco giusto per avvicinarsi ad un autunno disintossicante riempito di quiete, senza farsi trasportarsi già nel sonnacchioso e freddo inverno.

 

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Luca Paisiello
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