Swans
We Rose From Your Bed With The Sun In Our Head
(Cd, Young God Records)
avant-rock, noise-rock
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Di primo acchito il nuovo album degli Swans – We Rose From Your Bed With The Sun In Our Head – appare come un monolite di ardua fruizione, lungo proporzionalmente quanto lo può essere il titolo: due cd per per più di due ore di musica, scelta attentamente fra le performance dal vivo (recenti) più significative – nell’opinione di Gira e soci. E a dire il vero, oltre che documentare la disposizione della band durante le ultime esibizioni, e in particolar modo le sue metamorfosi, l’album ha una sua utilità pratica nel servire da cespite per la produzione di un nuovissimo album, The Seer.
È però anche vero che l’apparente lunghezza eccessiva del primo non è propriamente gratuita. In effetti risiede un’inclinazione per l’ipnosi negli Swans che si rivela in tutta la sua drammaticità e compiutezza proprio dal vivo, qui soprattutto. Espansione spaziotemporale in linea con l’efferatezza metodica della sezione ritmica e della voce di Mike Gira, digressioni noise mai fuori luogo, semmai disturbanti per lo scavare a fondo, fino all’osso. C’è una propensione alla catarsi in questa trance post-industrial, post-hardcore e post-tutto. Una psichedelia malata, si può dire, ma non autoreferenziale, né priva di vie di fuga.
Ci si potrebbe aspettare di tutto, quindi. La bella notizia è che gli Swans sono in forma, e questo è di buon auspicio nell’attesa del grande progetto: ma intanto possiamo renderla più corta, l’attesa, con l’aiuto di quest’opera mastodontica, tassello importante nella disografia della band.
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