Sunset Radio
Vices
(This Is Core Records)
punk-rock
_______________
I cinque ragazzacci di Ravenna han tirato fuori un discreto album con Vices, ed è così che si presentano i Sunset Radio, con un disco bello carico dai suoni energici, cristallini e tanta immediatezza. Qui il lavoro in studio fatto con Riccardo Pasini di Studio73 esce come una delle moderne produzioni californiane, perché si respira “hardcore modern melodic pop punk” come lo si ascolta ormai da un bel po’ di anni. Non che ci sia chissà quale novità, ma è un po’ come portare la Sunset Boulevard a Cesenatico che è una cosa che ci farebbe un po’ sorridere, ma poi perché no?
Il gruppo è nato da un annetto e ha subito trovato la quadra per ritagliarsi uno spazio, ma in verità il comparto ritmico principale è l’ossatura di un gruppo disciolto, Hydrahead, a cui sono stati aggiunti una bella voce, quella di Andrea Neri, e una seconda chitarra (almeno nel video di Surronded, nelle foto son solo in quattro). Peccato che le tracce non siano in italiano, ma forse per certe sonorità il nostro Paese continua a far fatica ad aprire certe porte e allora la strada giusta è quella di provare a guardare fuori.
Mi piace moltissimo sentire certi riffetti in queste canzoni come in Upside Down, Surronded e Heart and Sand, molto semplici ma efficaci. Una dietro l’altra le canzoni sfilano in poco più di una mezzoretta. Album tutto d’un fiato, come le chitarre che tirano veloci dalla prima all’ultima traccia, non c’è spazio però per le ballad, anche se ritroviamo Bed of Roses in coda al disco spogliata di elettricità in un duetto femminile. Baccano, melodia, ritmo, la ricetta fresca di questi ragazzi che pur non creando nulla di nuovo si fanno valere
Giovani con una certa personalità e con la sola voglia di andare in giro a suonare, come milioni di band.
I Sunset Radio hanno però bisogno di crearsi uno stile estremamente personale che li renda unici. Avranno tempo, che si godano il debutto, gli inviti a suonare nei locali, le esperienze all’estero, ma poi c’è tanto da lavorare per migliorarsi e non cadere come tanti nell’oblio. Comunque buona la prima. Stupitemi.
Gli ultimi articoli di Luca Paisiello
- Gli Yo Yo Mundi festeggiano i 35 anni di carriera - November 16th, 2024
- Zagreb: recensione di Terra Bruciata - November 9th, 2024
- Michael Kepler: recensione di Mask Of The White Ape - October 28th, 2024
- Soul Asylum: recensione di Slowly but Shirley - October 25th, 2024
- Luciano Panama : Raggi che oltrepassano qualsiasi andatura - October 6th, 2024