Steven Wilson
The Raven That Refused To Sing (And Other Stories)
(Cd, Digital Download, KScope)
progressive
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Diavolo di uno Steven Wilson! Non si ferma. Mai. Tra Porcupine Tree, l’attività di produttore e restauratore del suono e, ovviamente, quella di artista solista, l’artista inglese ci (piacevolmente) costringe spesso a parlare di sé.
Siamo ora alle prese col suo terzo episodio firmato in prima persona, The Raven That Refused To Sing (And Other Stories), registrato in una settimana o poco più a Los Angeles, nello studio e con l’aiuto di Alan Parson (per i più giovani: l’autore del sound di The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, oltre che prolifico artista), maestro della registrazione con tecniche analogiche.
Volendo tracciare un po’ di coordinate delle attività di Steven Wilson, potremmo azzardare a riassumerle così: come produttore gli piace sconfinare nel metal; come restauratore del suono porta a nuova vita i capolavori dei King Crimson e ultimamente dei Jethro Tull; con i Porcupine Tree sfoga la sua moderna concezione di rock progressive e psichedelico, che non disdegna interferenze metal e aperture a vari generi. Come artista solista…
Lo Steven Wilson solista è partito dalle infezioni industrial di Insurgentes per poi passare a un rock progressivo di frippiana memoria con Grace for Drowning, salvo ora abbracciare il prog a tutto tondo, lasciarsi uscire dalle orecchie i flauti di Ian Anderson, facendoli entrare nella sua musica insieme a vagonate di Yes, Caravan, Genesis, Van Der Craft Generator e altri gruppi più o meno noti di quel periodo.
Con le storie di fantasmi raccontate in The Raven That Refused To Sing sembra quasi che Wilson voglia smentire sé stesso e i suoi moniti verso i pericoli nel riprendere/ripetere i fast dell’epoca d’oro del rock progressivo tout-court: è invece quello che fa in questo disco, solo che lo fa alla grandissima e con un gruppo di musicisti d’eccezione (in buona parte quelli che lo avevano accompagnato nel precedente tour).
Cupe malinconie, labirinti vocali, qualche nostalgia e qualche timido assalto di chitare, poi smorzato dal pianoforte o dal sax: in breve, sono queste le atmosfere del disco. Un gran disco.
The Raven That Refused To Sing (And Other Stories) potrebbe, se affrontato distrattamente, sembrare una pura operazione nostalgia, quando invece è sì un tributo ai Padri, ma anche un modo per un manipolo di musicisti moderni che il loro mancato apporto al rock progressivo dei tempi d’oro è solo per un problema anagrafico.
P.S.: l’audio del tour promozionale, appena partito e che raggiungerà l’Italia per una unica data a marzo, sarà in quadrifonia e l’album è disponibile anche in audio multicanale in formato BlueRay.
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