Stereonoises
Colours In The Sky
(CD, Seahorse Recordings/Audioglobe)
pop, brit pop
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Il cielo è pieno di colori, ma gli Stereonoises non riescono a raggiungere quelli più luminosi e splendenti: Colours In The Sky è un disco che combina indie britannico e alternative rock statunitense, senza arrivare a un compimento coerente e definito. Come un prudente Icaro in avvicinamento al sole, ma mai così tanto da poterne sentire il calore che trasmette.
Tanta elettronica in Time, buona traccia d’apertura; non decolla Something You Should Know, comunque orecchiabile; intima e introspettiva I’m Still Here. Poi arrivano How Long, Tonight e Reach The Sky: anche se suonano come gli U2, sono tre brani davvero vivaci e apprezzabili. Fortunatamente, Room On Fire mantiene la verve mostrata dal trittico precedente, soprattutto nel finale, peccando però di ripetitività nelle strofe. Colpisce la miriade di effetti utilizzati in Colours In The Sky, ma il suo incedere compassato non convince. Infine, Makin’ A Circle è dolce e inebriante: peccato che un sound così coinvolgente arrivi soltanto all’ultima canzone, una delizia lunga sette minuti.
Potenzialità non sfruttate: sono bravi, ma non si applicano, come direbbe una maestra o (paragone molto più attuale) il giudice di un talent show. Quando fanno vedere di che pasta sono fatti, il prodotto risulta davvero interessante: però, troppe canzoni non ingranano la marcia giusta e mandano in tilt il contagiri. Si sentono a loro agio in atmosfere tipiche degli U2, ma sembrano spersi quando bisogna ritrovare la strada di casa. Come dei pittori che hanno ottimi colori nella tavolozza ma si bloccano di fronte alla tela bianca. Incompiuti.
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