Stereolab
Not Music
(Cd, Duophonic)
indie pop, electro-pop
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Gli Stereolab, si formarono nel 1990 a Londra, grazie all’incontro fra Tim Gane e Lætitia Sader. Fin dalle prime uscite divennero una band di culto un po’ ovunque, con i fans impegnati a raccogliere una miriade di uscite, specie su singoli a tirature limitate. La critica coniò per loro il titolo di french pop, ma in realtà la loro musica da sempre combina l’indie rock più easy ed il kraut rock con elementi tipici della lounge di matrice francese.
Dal 2009 gli Stereolab sono in una sorta di limbo, in standby. Piuttosto che uscire con un Best Of, come qualsiasi uomo di marketing consiglierebbe, tirano fuori con scarti presi dalla spazzatura questo Not Music, che altro non è che una raccolta di brani registrati durante le sessions di Chemical Chords e lì non inseriti (e ascoltando questo disco si capisce perché!).
Not Music parte immediatamente con le sonorità tipiche degli Stereolab, tastierine anni ’80 e cantato multilingue fanno già da padrone nelle prime due tracce Everybody’s Weird Except Me e Supah Jaianto, quest’ultima uno dei brani più piacevoli dell’intero album.
So Is Cardboard Clouds è una simpatica marcetta che incalza e si arricchisce nei quasi 4 minuti di durata di elementi di elettronica e influenze jazzate.
Si passa poi alla musica da spot pubblicitario raffinato di Equivalences e al dreampop macchiato di lounge che ascoltiamo in Leleklato Sugar.
Aumentano i ritmi con il remix di Silver Sands ad opera Emperor Machine; dieci minuti che spaziano fra atmosfere del passato Stereolab e kraut elettronica del futuro. In ambiti alternativi di sicuro questo brano potrebbe essere un must.
Purtroppo con Two Singer Symphony e Delugeoisie si torna dentro ai ranghi, con atmosfere che ricordano quelle dei primi anni ’90 quando gli Stereolab venivano definiti una delle “next big thing”.
Più interessanti le sonorità di Laserblast, che lasciano spazio troppo velocemente alla noiosa Sun Demon.
Chiusura con l’electro-valzer di Aelita e con il kraut di Pop Molecules, seguiti dal remix di Neon Beanbag, ad opera di Bradford Cox: otto minuti di ambient sperimentale e lisergico.
Spiace dirlo, ma questo Not Music non porta nulla più di quello che già avevamo sentito dagli Stereolab e tranne qualche raro episodio, mi sento di consigliarlo solo ai fan più accaniti del gruppo che ci auspichiamo torni da questo periodo di standby con nuove idee e quel pizzico di originalità che li aveva contraddistinti agli albori.
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