The Smashing Pumpkins
Oceania
(Cd, Capitol)
rock, alternative rock, psichedelia, grunge
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Oceania è ill nuovo, atteso e controverso album degli Smashing Pumpkins.
Un lavoro dal sapore agrodolce, strutturato su contraddizioni che si fondono, creando un nuovo concetto di armonia. Tredici tracce che simboleggiano un viaggio mistico, sempre ispirato al progetto di Teargarden by Kaleidyscope, una visione onirica della vita secondo i Tarocchi.
Ritroviamo la malinconia sibilante di Gish, l’album d’esordio, chitarre distorte e atmosfere rarefatte, accompagnate però da una maggiore consapevolezza, una sorta di pacatezza fino ad oggi solo intravista, un Corgan sicuramente più maturo e dalla voce più pulita.
I vecchi fans forse stenteranno a riconoscere i loro idoli, anche perché della formazione originale è rimasto solo lui, il leader capriccioso, ma pur sempre geniale. Insieme a Corgan, Mike Byrne alla batteria, Nicole Fiorentino al basso e Jeff Schroeder alla chitarra.
L’apertura di Oceania è con Quasar, bella tosta e psichedelica; Glissandra potrebbe catturare nuovi fan, col suo incedere classicamente Pumpkins; The Celestials rimanda al periodo Mellon Collie; Panopticon è un’altra cavalcata a base di schietta furia e viaggi in acido; Violet Rays presta il fianco a un arrangiamento splendido; su un’ora e passa, divisa in tredici episodi, solo due o tre le canzoni dimenticabili. Niente male, per un “vecchietto” come Billy Corgan, ormai dato da più parti come spacciato. Insomma, Oceania è una specie di “summa”, nel bene e nel male, degli Smashing Pumpkins di tutti i tempi, malinconia compresa.
Il problema di Oceania, semmai, è che sembra un album di altri tempi. Non per il sound, che è comunque abbastanza attuale, ma per il fatto che ha bisogno di tempo e di numerosi ascolti per essere “assimilato”, cosa che dubitiamo fortemente funzioni nel 2012, tempi di download di singoli da ascoltare in cuffia e in movimento, piuttosto che di “sedute d’ascolto” nella quiete della propria cameretta.
Che tutte le polemiche pre-uscita siano un’astuta tecnica di marketing? Tutto è possibile; forse un’audace sperimentazione, oppure un silenzio protratto per troppo tempo.
Quello che maggiormente balza all’occhio è un bisogno di comunicare incontenibile, misto ad una creatività in evoluzione e una vena polemica rimasta intatta negli anni.
Comunque sia Corgan si è tirato avanti, dichiarando che se l’album incontrerà i problemi degli album più recenti e non avrà la risposta di pubblico auspicata sarà costretto a rivedere le sue decisioni…
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