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Siren: The Row

Ancora Pesaro e ancora buon rock, con i Siren al debutto con The Row, 11 brani di alternative rock mescolati ad influenze pop british sapientemente orchestrati dalla giovane band

Siren

The Row

(Red Cat Records)

alternative rock

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Siren - The RowAncora un’altra rock band pesarese: i Siren sono nati un anno e mezzo fa con le idee già molto chiare e dopo aver composto questo The Row sono stati messi sotto contratto dalla Red Cat Records. Gli 11 brani di questo album d’esordio sono un concentrato di rock alternative piuttosto variegato, dai ritmi trascinanti e un mood piuttosto energico e pungente.

Le chitarre la fanno da padrone godendo di costruzioni sonore basate su riff orecchiabili e melodie ripiene di vivacità, coadiuvate da innesti synth composti dal bassista Marcus Kawaka, come per esempio in Falling Down con violini ed archi a incorniciare negli appositi spazi la musica. Introdotte da un’eterea Swan’s Tale, unico brano soffice e quieto dell’album dall’atmosfera gothic, i pezzi scivolano veloci nei quaranta minuti illustrati dalla band e risultano sapientemente arrangiati per essere un esordio cantati da un Samuel Frondero piuttosto efficace.

I brani granitici che convincono nella riuscita di questo progetto sono diversi, partendo da Dr Saint e Love Is Gone che mescolano riff zeppeliniani eseguiti da Jack Nardini al pop rock british. Le canzoni sono incentrate “sul paradosso, la bilateralità, l’ironia e la brutalità degli eventi universali, accompagnati da una sorta di serena rassegnazione ad essi da un lato e una timida esortazione a reagire”. I componimenti si mostrano pregni di originalità, tachicardici e ben equilibrati.

Il gruppo si divincola anche verso slanci meno impetuosi come Track 92 e Wave in cui volteggiano chiaroscuri sonori che non mancano di lasciare spazio a ritmi insistenti e chitarre distorte che accelerano il brano nel ritornello. Buono anche il lavoro di Mark “Spud” Mckenzie alla batteria che infila uno dietro l’altra pattern azzeccati. Il lavoro dove la band concede il meglio è in Carpet, con giravolte enfatiche e risonanti.

Un album non facilmente inquadrabile, questo dei Siren, che porta certamente ad un risultato di ammirabile compattezza ed originalità, dotato di un suono di alta qualità grazie al lavoro fatto negli studi Waves di Paolo Rossi e una serie di melodie spigliate e quasi avventate.

 

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Luca Paisiello
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