Singapore Sling
Psych Fuck
(Confey)
psichedelia
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Niente a che vedere con lidi esotici orientali, vengono da Reykjavik ma niente da spartire musicalmente con la loro terra, hanno il nome di un cocktail col gin e vanno a zonzo in un cosmo psichedelico tutto loro.
Sono i Singapore Sling, quintetto islandese al comando di Henrik Bjornsson (Dead Skeleton, Bang Gang) che con Psyck Fuck (settimo disco) vengono ad “alienare” gli ascolti attraverso una dozzina di voli trasversali che – oltre alla psichedelia – sono carichi di humor dark Try, sottofondi sci-fi Let it roll, let it rise, e tutta la mercanzia rimbombante di Suicide Dying alive, Jesus & Mary Chain Give me some other, un’onda destabilizzante destinata a pazzia ineccepibile.
C’è un organo storto e distorto che presenzia ovunque, dando quel tocco “maledetto” alle vampate che man mano salgono dalla tracklist, una forza magnetica quanto malata che farebbe pendant con storyboard tarantiniane, e poi quella voce “robotificata” Try, Astronaut, che fa il buono e cattivo “timbro” a seconda di come gira e che riporta la memoria a certi Seventies trasognanti, tra UFO visionari e peyote party Shithole town.
Non è difficile immaginare come i Singapore Sling si siano costruiti una grande reputazione “alternative”, e questo ulteriore episodio li calibra come baluardi acidi senza pietà, una formazione che dal profondo Nord d’Europa ha “colonizzato” al contrario nuovi asteroidi e drogate galassie. Ma del loro pusher personale si è persa ogni traccia The tower of Foronicity.
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