Sine Frontera
Restiamo umani
(IndieBox Music)
combat folk
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Restiamo umani, quinto album in studio dei mantovani Sine Frontera, è un omaggio al giovane reporter pacifista Vittorio Arrigoni, ucciso nella striscia di Gaza nel 2011, che era solito chiudere ogni articolo di corrispondenza con la frase “Restiamo umani”. Dal titolo è già possibile intuire un certo risvolto sociale che trova terreno fertile nel cosiddetto combat folk, genere che di per sé dice molto, sia in termini di tematiche che di sonorità, ma che al contempo suscita un gran numero di aspettative, soprattutto se il pensiero corre a mostri sacri come i MCR.
Restiamo umani nasce come un concept album sulla condizione umana e sulle sue profonde contraddizioni. Capace di gesti di infinita bontà quanto di crudele brutalità, l’uomo mostra in ogni momento le due facce della stessa medaglia che lo contraddistinguono, il bene e il male che lo pervadono, perennemente in bilico tra luce e ombra. E le undici tracce di questo lavoro delineano lucidamente l’involuzione culturale dilagante nella nostra società, muovendosi tra i generi cari a tematiche di questo tipo, quali il folk, lo ska e il reggae.
Ma Restiamo umani è anche un viaggio attraverso luoghi, culture e continenti diversi, che parte dalla title track, che con i suoi rimandi alla musica di Manu Chao ci porta in Sudamerica, per salire nel Mar dei Caraibi con i ritmi in levare del reggae di Mar dei migranti, primo singolo estratto che racconta il tormentato viaggio dei popoli in fuga dai loro paesi in guerra verso la salvezza, e approdare sulle coste dell’Isola di smeraldo con il folk irlandese di Nubi nere.
Ma il viaggio passa anche dall’Italia, fortemente presente con molta della nostra tradizione nei pezzi in dialetto, come Pino l’Orb e La fola del Babau, e si conclude alle pendici dei Balcani con la strumentale Balkan e Circus.
Restiamo umani è un contenitore di suoni e immagini nel quale i Sine Frontera riversano il loro/nostro quotidiano e le conseguenti riflessioni che nascono in tutti noi davanti a quello che la vita e i media ci propongono quotidianamente. Cercando nella musica la forza di trasmettere un messaggio, facendola diventare portavoce di storie dimenticate ma da non dimenticare.
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