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Sick Tamburo: Un Giorno Nuovo

Ormai completamente avulsi dal loro passato come Prozac+, i Sick Tamburo arrivano alla quarta fatica, intitolata Un Giorno Nuovo

Sick Tamburo

Un Giorno Nuovo

(La Tempesta Dischi)

indie

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recensione-sick-tamburo-un-giorno-nuovoOrmai completamente avulsi dal loro passato come Prozac+, i Sick Tamburo arrivano alla quarta fatica, intitolata Un Giorno Nuovo.

9 tracce in cui il songwriter del duo s’è fatto decisamente più raffinato, senza rinunciare alla sua buona dose d’energia.

Archiviata in fretta la title track, un manifesto programmatico per quanto riguarda il testo ma decisamente fiacca musicalmente, siamo pronti per il resto dell’album, 8 brani uno meglio dell’altro.

A livello strettamente musicale Un Giorno Nuovo è la prosecuzione / evoluzione stilistica del precedente Senza Vergogna, di ormai tre anni fa.

Con Prepotenza è forse il brano più esemplificativo di questo nuovo corso, in cui arrangiamenti orchestrali s’intrecciano con chitarre ruvide e piccole intrusioni di synth, in buona compagnia di un testo davvero interessante, seppure in puro stile Gian Maria Accusani.

Meno Male Che Ci Sei Tu vede la partecipazione di un fan della prima ora dei Sick Tamburo, ovvero di Motta, qui impegnato anche con un strumento percussivo di origine nordafricana, il darabouka.

Insomma, nessun grande stravolgimento nell'(indie-)rock velato di punk dei Sick Tamburo, bensì una naturale evoluzione di uno stile sempre riconoscibile con – giustamente – tanti estimatori.

Concludendo, un ottimo lavoro, robusto, denso, che nonostante la sua breve durata (poco più di 30 minuti) lascia pienamente soddisfatti.

 

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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