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Sick Tamburo: Paura e L’Amore

Fare i conti con la paura. Il quinto album dei Sick Tamburo racconta storie di cuori in fuga che provano a farsi avvolgere dal sentimento più emozionante.

Sick Tamburo

Paura e L’Amore

(La Tempesta Dischi)

alternative rock

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Paura-e-Lamore_sick_tamburo_recensioneCinque dischi, quanti quelli prodotti da Elisabetta Imelio e Gian Maria Accusani ai tempi dei Prozac+. Quindici anni dopo il bilancio, a mio parere, è positivo: i due musicisti hanno messo in piedi un bel progetto, Sick Tamburo, partendo con un primo album piuttosto bizzarro e singolare, cantato tutto da una sorprendente Elisabetta, e tornando poi pian piano alla loro dimensione agrodolce rock, a cominciare da Senza Vergogna, che considero il loro album migliore.

Puoi Ancora è stato il singolo che ha anticipato Paura e L’Amore, il nuovo disco dei Sick Tamburo in cui Gian Maria è questa volta l’unica voce al microfono, mentre Elisabetta ha preferito offrire il suo contributo alla stesura di questo lavoro senza cantare da protagonista (e un po’ mi spiace). Testi, musiche e produzione del chitarrista friulano che ha regalato ai suoi fans un altro disco pieno di elettricità, piccoli riff, storie brevi e dirette come quelle di Lisa Ha 16 Anni e Agnese Non Ci Sta Più o di Leila che non esce più di casa (Anche Tim Burton la sceglierà), piacevoli canzoni piene di sentimento libero come quello dell’Andrea di Quel Ragazzo Speciale.

I Sick Tamburo cantano di sguardi arrabbiati, di padri che quando si torna a casa son pronti a spararti, di fughe per la paura di provare emozioni ma che “Capirai, scappare non risolve mai niente, sai”. Con mezzo secolo di vita Gian ricorda cosa significa essere ragazzi, si immedesima ancora nelle situazioni, vissute quando lui era più giovane, dagli adolescenti di oggi. E che anche gli adulti, forse per le maggiori responsabilità, hanno appiccicate addosso. Proprio con questo disco tende la mano ad incoraggiarci e a non arrenderci: “E ti godrai ogni cosa per quello che è, ti sorprenderai non solo di amare”.

Non c’è solo il pieno di chitarre che non hanno abbandonato il punk (Il Più Ricco del Cimitero), ma anche archi e pianoforte che ammorbidiscono il sound della band originaria di Pordenone offrendo maggiore freschezza stilistica, smussando ancora il suono ora spinto e cattivo, ora riflessivo e appeso, capace di prestarsi ad un immaginario cinematografico narrato nelle canzoni dei Sick, combattendo le paure con l’unica arma possibile: quella dell’amore.

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Luca Paisiello
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