Siberia
Si vuole scappare
(Maciste Dischi)
pop, new wave, canzone d’autore
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Si vuole scappare è il secondo album dei Siberia, band livornese sulle scene dal 2010 che prende il nome dall’immaginario evocato da Nicolai Lilin nel suo libro “Educazione siberiana”. Due anni dopo il disco d’esordio, il loro approccio alla vita si fa più concreto e abbandonati gli ideali dell’età post-adolescenziale, fanno i conti con una realtà più affascinante ma inevitabilmente più complicata, dalla quale a un certo punto si sente l’esigenza di scappare.
Giunti quindi alla soglia della maturità, con questa volontà di fuggire dalle incombenze del mondo reale che morde le caviglie, i nostri quattro restano e si mettono a nudo, cantando storie d’amore e dolore, rabbia e quotidianità, momenti dark e slanci di felicità di una generazione spesso intrappolata in cliché e vittima del futuro che avanza, in costante bilico tra aspirazioni e incertezze.
Nuovo pop italiano, la traccia d’apertura, è un interessante manifesto di intenti: da una parte, il titolo che strizza l’occhio alla nuova scena indie-pop nostrana, fenomeno in atto che non sembra convincere fino in fondo; dall’altra, la voglia di rivalutare questo genere che negli anni ha assunto connotazioni sempre meno nobili e di farne parte, anche senza volerlo davvero in fondo.
Massiccio uso di synth in una deriva new wave dal sapore vintage, che si sposa con una voce baritonale e uno stile cantautorale d’altri tempi, ma diretto e sfrontato. I riferimenti sonori, dichiaranti dal gruppo stesso, si sentono tutti e vanno da Interpol ed Editors (ma anche White Lies) a Baustelle e Tenco.
Quello che alla fine si sente più di tutto però è che questo disco dei Siberia è stato ispirato dal forte amore per la canzone italiana, che hanno cercato di omaggiare con un’opera classica. Senza dimenticare l’importanza di arrivare al pubblico di oggi, riescono a essere al contempo contemporanei e a parlare ai giovani con un linguaggio diverso, raffinato ma comunque efficace.
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