AdBlock Detected

Stai usando un'estensione per bloccare la pubblicità.

RockShock.it dal 2002 pubblica contenuti gratuitamente e ha la pubblicità come unica fonte di sostentamento. Disabilità il tuo ad block per continuare.

Sebastiano De Gennaro: All My Robots

Sebastiano De Gennaro ha realizzato un disco, All My Robots, complesso per i numerosi riferimenti colti, ma col il pregio non banale di stimolare l'ascoltatore all'approfondimento

Sebastiano De Gennaro

All my Robots

(Meme)

musica contemporanea, musica elettronica, cartoon sound

______________

[youtube id=”arKQZaZJre0″ width=”620″ height=”360″]

Sebastiano De Gennaro- All My RobotsIl nuovo album All my robots del compositore, multi-percussionista Sebastiano De Gennaro trae ispirazione dagli omonimi racconti, di argomento fantascientifico, di Isaac Asimov. Il suo precedente lavoro, risalente al 2013, intitolato 1940, è un omaggio alla composizione 19′ 40” di John Cage.

De Gennaro, negli anni, ha messo a segno importanti collaborazioni: dall’incisione, nel 2009, con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Aion di Giacinto Scelsi (Stradivarius) alla partecipazione, nel 2010, al premio internazionale Prix Italia sezione Musica col progetto Tritato di Città (terzo classificato). Non mancano collaborazioni nell’ambito della popular music dalla quale Sebastiano De Gennaro è partito e dalla quale non si è mai completamente allontanato, pur muovendosi con disinvoltura nell’ambito dell’esecuzione della musica contemporanea colta.

L’organico di All my robots rimanda ai suoi studi accademici: sono presenti un pianoforte e quattro percussioni intonate (xilofono, marimba, vibrafono e glockenspiel).

Passando al contenuto, ciò che mi viene subito in mente è l’idea che le tracce di questo lavoro raccontino attraverso suono e ritmo ciò che Sebastiano De Gennaro, traendo ispirazione dai racconti di Asimov, ha immaginato potesse attraversare l’anima di una macchina o anche uno qualunque dei pianeti dell’universo durante il loro moto perpetuo. Asimov immagina e racconta il rapporto, caro a De Gennaro, tra la macchina e l’umano. De Gennaro, invece, è maggiormente attratto dalla questione umano-artificiale, che lo ispira e dà vita alla sua vena creativa e compositiva.

L’album si apre e si chiude con due brani molto diversi tra loro che fanno un po’ da cornice a All my robots: Zeiss telescope, con pianoforte e percussioni in cui la quadratura ritmica viene sovvertita dalla presenza e dall’intervento, in diversi momenti, delle percussioni, e Preludio, un brano di J.S.Bach, eseguito al pianoforte ma sporcato da suoni e rumori campionati.
Il blocco successivo, la serie di Musica ricercata (IV-III-I-II-V), nel titolo vogliono essere un omaggio alle composizioni di György Lygeti. Andando ad ascoltare, il math metal si mischia all’elettronica e alla percussività ipnotizzante.

Succede a questo, un brano dedicato ad Olivier Messiaen: Ornitology, brano probabilmente ispirato alla sua attività di ornitologo ed alle numerose raccolte di registrazioni di voci di uccelli che il compositore francese fece durante il suo periodo di attività e che inserì in molte sue opere.

Sebastiano De Gennaro trae ispirazione da un altro grande importante compositore e musicista: Raymond Scott, non solo dedito alla musica ma anche inventore dell’elettronium, uno dei primi sintetizzatori creati. I diritti delle sue composizioni vennero acquisite per poi essere riutilizzate nei cartoons della Warner Bros Co.

Probabilmente quest’ultimo ha avuto una certa influenza nell’utilizzo del cartoon sound.

È un album colto, in cui gli ascolti, gli studi accademici e non, le letture e l’esperienza concertistica di Sebastiano de Gennaro si sono riversate.

Non c’è riferimento tonale, anche se alcune sequenze, come i brani Ultra Taro I, Ultra Taro II e III sembrano partire da una stessa struttura armonica, per poi abbandonarla, lasciando l’ascoltatore nella meditazione del puro suono. L’unico elemento che accomuna tutti i brani è l’elettronica e la percussività, anche in quelli in cui sembra non essere presente, come Viaggio nella luna, in cui glockenspiel e vibrafono, protagonisti del brano, danno una cadenza ritmica, se non regolare comunque assidua.

 

Gli ultimi articoli di Emanuela Giudice

Condivi sui social network:
Emanuela Giudice
Emanuela Giudice
Articoli: 5