Sara Lov
Some kind of champion
(Irma records)
pop, folk
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La prima strofa della title-track Some Kind of Champion, il nuovo album solista di Sara Lov, rivela già tutta la delicatezza della sua voce.
La successiva Diamond of the Truest Kind è caratterizzata da vocalizzi che non dispiaceranno ai fan di Dolores O’Riordan e si snoda su una chitarra che mi ricorda il suono di The Guide (Wommat), il fortunato album di Youssou N’Dour del 1994.
E mi fermo qui con i paragoni e le similitudini, che sono artifici utilizzati di volta in volta per ragioni di catching o per allungare recensioni altrimenti difficili da scrivere, ma che in questo caso ci stavano proprio.
Come definire Sara Lov? Io che non amo neanche le definizioni direi che è un’artista che va contromano. Anzi, va nella direzione giusta, ma con un suo ritmo pacato che la rende la classica faccia che spicca tra la folla. Non è moderna ma è contemporanea, non è cool ma fa tendenza a suo modo.
One in the morning è quasi ipnotica nella sua semplicità mentre il ritornello di The Sharpest Knife ha l’impatto tramortente di una seduta di shiatsu.
Sara Lov non entrerà mai nelle posizioni nobili di Billboard, a meno di una rivoluzione culturale impossibile da immaginare quanto Joan Baez che arringa da headliner uno stadio in delirio mentre i Rolling Stones suoi special guest sono a sballarsi di Jack Daniels dopo l’incredibile mezz’ora di celebrità che gli è appena stata regalata.
E allora, visto che ormai ho deragliato, voglio addentrarmi nei campi per una volta.
Sara mi ricorda una artista italiana che ho molto apprezzato nel suo esordio musicale, Thony (Birds, Sony, 2012), al punto da contattarla per una intervista già concordata ma poi saltata per ragioni che ancora mi permangono ignote. Lov ha sonorità meno spigolose della struggente siciliana, ma dolenti alla stessa maniera, che a me piacciono molto.
Questo è un disco da ascoltare con calma, un pezzetto alla volta, da soli, senza la fretta di alzarsi per un bicchiere di acqua e menta, senza rumori di sottofondo.
Rispettate le istruzioni e non ve ne pentirete.
La nostra intervista a Sara Lov (2011)
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