Samaris
Black Lights
(One Little Indian)
indietronica, elettronica
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Vengono dall’Islanda, terra del ghiaccio e della musica elettronica più coinvolgente in assoluto, questi Samaris. Formatasi nel 2011 la band, torna in questo 2016 sull’etichetta One Little Indian con Black Lights, lavoro molto interessante che accontenterà sia gli appassionati dell’elettronica più introspettiva che quelli che cercano sonorità più movimentate e orecchiabili.
Wanted To Say apre le danze fra ritmiche elettroniche più commerciali (stile prima Grimes per intenderci, nda) e reminiscenze dub di alta qualità.
Con Black Lights, si entra in un territorio introspettivo e algido davvero sopraffino che lascia spazio all’eterea e breve Gradient Sky.
In T3mpo la voce di Jófríður Ákadóttir è più suadente che mai e le atmosfere diventano sempre più ipnotiche.
Sembra arrivare direttamente dalla Bristol dei Massive Attack degli albori, I Will, permeata di echi e delay che inducono a ripetere l’ascolto in un mantra infinito.
Di livello leggermente più basso R4vin, scorre incolore facendo però risaltare ancora più la bellissima 3y3, autentica perla di questo album, registrato fra Berlino, Reykjavik e l’Irlanda.
T4ngled porta un tocco chill out di cui non si sentiva un gran bisogno ma le sonorità IDM di In Deep chiudono il lavoro davvero in maniera eccelsa, facendo sentire l’esigenza di averne ancora, ancora, ancora…
Assolutamente imperdibile.
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