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Robert Miles: Thirteen

Dimenticate Children, Robert Miles ha preso ormai un'altra strada. Ed in questo Thirteen, è pura magia ambient-progressive

Robert Miles

Thirteen

(Cd, S:alt Records)

elettronica, ambient, progressive

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robert-miles-recensione-thirteenGiunto alla popolarità nel 1996 con la hit planetaria Children, Robert Miles si è poi orientato verso un’altra direzione, abbandonando il mondo delle discoteche e cercando ispirazione da musicisti contemporanei come Robert Fripp, Nitin Sawhney e Trilok Gurtu.

Per questo Thirteen, ritorno del musicista italo svizzero dopo 6 anni di pausa, troviamo una copertina essenziale ma musica tutt’altro che essenziale. L’album presenta un mix di progressive, jazz ed elettronica che strizza l’occhio a band storiche e vede peraltro la collaborazione di Mike Patto, Robert Fripp dei King Crimson, Dave Okumu dei The Invisible e John Thorne dei Lamb.

Partenza a ritmi lenti con la visionaria Orchid Miracle, subito seguita dal progressive ambient di Moving.

Ambient che prosegue pure nei quasi 7 minuti di Somnambulism.

In Everything Or Nothing si trova invece un ritorno verso sonorità maggiormente elettroniche e contaminate ma pur sempre intrise di suono progressivo.

Continuando nell’ascolto si riesce a notare quanto varia sia la composizione di Miles che continua incantando con le atmosfere jazzate di Afterglowe e con la lisergica Deep End.

Più tirata Black Rubber che strizza l’occhio al blues e al glam e funge da divisore fra la prima parte del cd orientata maggiormente al progressive e la seconda parte puramente elettronica.

Con Miniature World ci si trova in territorio Daft Punk e l’elettronica liquida di Antimony ci porta in un’altra dimensione.

Con Archives ci spostiamo sulla techno colta, sul genere The Orb/Orbital per poi cadere in un fondale ambient con Voices From A Submerged Sea e chiudere in bellezza col breve outro Nonsense e la new age The Wolf con un piano che emoziona e ci fa volare.


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