Rhapsody Of Fire
The Cold Embrace Of Fear
(Cd, Nuclear Blast Records)
power metal, symphonic metal, epic metal
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Avevamo avuto la pura illusione che i Rhapsody Of Fire avrebbero continuato sulla buona strada del loro abbastanza rinnovato stile, sfociato nel loro precedente Lp, The Frozen Tears Of Angels. E invece, con questo nuovo Ep appena sfornato a distanza di pochi mesi dall’Lp, il gruppo si dimostra ancora una volta fedele alle proprie origini, quando ancora erano Rhapsody e quando la fantasia a livello musicale (ma non a livello tecnico) scarseggiava abbastanza.
The Cold Embrace Of Fear è strutturato come un’opera, a metà strada tra una pièce classica, una pièce teatrale ed un concept album; è infatti diviso in veri e propri atti, sette per la precisione, e tutti legati ovviamente dal filo conduttore di una storia comune, in quello che è da sempre il modo di procedere dei Rhapsody of Fire, fin da quando erano Rhapsody…La storia rimanda ad episodi già trovati in The Frozen Tears Of Angels, ed è quindi come un’appendice all’Lp, che però sarebbe stata troppo lunga per esservi inserita.
I momenti propriamente metal sono veramente pochi, dal momento che il recitativo ed il parlato (rinnovata ancora una volta la collaborazione del gruppo con Christopher Lee, che si occupa delle parti recitate) prevalgono sull’armonia, fatta soprattutto di leit motiv operistici lunghi e abbastanza monotoni; gli ospiti, come le voci corali ad esempio, sono di degna bravura ma un pochetto sprecati per un lavoro come questo.
E’ come se i Rhapsody Of Fire volessero a tutti i costi cercare l’emulazione dei gruppi americani del panorama metal che adottano o hanno adottato sovente in passato il metodo del concept, come, per fare due nomi palesi, Dream Theater e Virgin Steel, senza però fare quel salto qualitativo che, per un gruppo di musicisti validi, sarebbe necessario. Con questo non si vuole mettere in dubbio la loro bravura ma francamente questo Ep, concepito come un unico brano (senza però rendere troppo l’idea di esso, perché troppo lungo e abbastanza stucchevole), non convince, pur presentando quella piacevole commistione, spesso necessaria per un genere come questo, tra metal e musica classica.
Lo schema dei Rhapsody Of Fire però è troppo fossilizzato sui loro canonici schemi, ovvero: pezzo power, pezzo classico, melodia in italiano, armomizzazioni in inglese, pezzo folk, parti recitate ed effetti teatrali; questo schema dovrebbe svecchiarsi in qualche modo, perlomeno per un gruppo che segue più o meno la stessa linea da 16 anni, eccetto che nella recente quanto apprezzata virata di The Frozen Tears Of Angels.
L’Ep diventa solo una chicca per i fanatici che amano il gruppo da sempre e che sarebbero disposti a comprare anche un album di pacchianate, purché abbia il marchio Rhapsody.
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