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Rescue: Silence Here

Malinconico senza essere triste, sostenuto senza andare "su di giri", sognante ma non sonnolento, Silence Here è un disco di sostanza e Rescue un artista che già ci sta dando molto

Rescue

Silence Here

(Opera Musica)

indie pop

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SilenceHere_CoverFra EP e singoli, questo Silence Here è la prima uscita sulla lunga distanza di Rescue, nome d’arte dietro cui si cela Vincenzo Di Sarno.

Silence Here è un ottimo album a cui forse si può fare solo un rimprovero. Ma andiamo per ordine.

Intro (Below a Pillow) spaventa: un’altro cantautore con la chitarrina e che canta in inglese?!?! Invece… nulla di più sbagliato. Le coordinate di riferimento di Rescue sono in primo luogo i Coldplay prima maniera, gli U2 più pop, i Radiohead di The Bend, ma il “nostro” guarda a un po’ tutto il brit-pop più sognante e raffinato.

Di Sarno, coadiuvato da ottimi musicisti, riesce ad essere convincente e godibile sia nei momenti più dilatati sia in quelli più energici, a suo agio sia con la chitarra elettrica sia con quella acustica, a perdersi piacevolmente tra arrangiamenti di piano e raffinati tappeti di archi.

Peccato veniale dell’album è una certa omogeneità sia di suoni sia di ritmiche, difetti che in verità si trovano a voler spaccare il capello in quattro e che comunque – e per fortuna – si perdono in una tracklist di 11 tracce tutte di buona sostanza (facciamo 1o, la prima mi aveva davvero spaventato!).

Malinconico senza essere triste, sostenuto senza andare “su di giri”, sognante ma non sonnolento, Silence Here è un disco di sostanza e Rescue un artista che già ci sta dando molto ma di cui ci aspettiamo (almeno) altrettanto.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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