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Radiohead: TKOL RMX 1234567

Ecco TKOL RMX 1234567, la raccolta in un doppio cd di tutti i remix usciti durante l'estate dell'ultimo album dei Radiohead. Per gli amanti dell'elettronica e del genio e sregolatezza di Thom Yorke

Radiohead

TKOL RMX 1234567

(2Cd, XL Recordings)

elettronica

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Radiohead- TKOL RM 1234567Ancora una volta i Radiohead dimostrano di essere molto all’avanguardia. Nel corso dell’estate sono usciti su vinile diversi remix dei brani tratti dal loro ultimo lavoro The King Of Limbs. Con questa raccolta, la band di Thom Yorke raccoglie in un doppio cd tutte queste rivisitazioni elettroniche e le presenta al pubblico con un grande evento.

La sera dell’11 ottobre infatti ha avuto luogo al The Boiler Room di Londra, un dj-set in streaming mondiale al quale hanno partecipato Thom Yorke, Caribou, Jamie XX, Lone e Illum Sphere.

Il primo dei due cd parte subito forte con uno dei brani migliori, il remix di Little By Little ad opera del canadese Caribou che trascina con sonorità letfield intrise di arpeggi in pieno stile chill out ibizenco.

Molto notturna e piena di synth la versione di Lotus Flower, singolo trainante dell’album originale, di Jacques Greene, seguita dal primo remix di Morning Mr. Magpie realizzato da Nathan Fake: un lavoro molto semplice che perde il confronto col successivo remix di Pearson Sound che stravolge il brano riempendolo di riverberi e facendolo figurare come un post-dubstep molto intrigante.

Atmosfere totalmente liquide ed ipnotiche sono quelle che troviamo invece in Bloom rivisitato da Mark Pitchard col suo progetto Harmonic 313, seguito immediatamente da un vero e proprio remix dello stesso brano sempre ad opera di Pitchard  che cambia totalmente i ritmi producendo una cavalcata IDM da delirio.

Lone e la sua balearic-house tribale danno vigore a Feral, mentre in chiusura del primo cd arriva l’ipnosi del  remix di Separator prodotto dai Four Tet che ricordiamo al lavoro con Thom Yorke per la rivisitazione di Atoms For Peace tratta dal suo lavoro solista The Eraser.

Se il primo cd è veramente di alto livello, il secondo riesce quasi a raggiungerlo, seppure presenti qualche calo di tensione.

Give Up The Ghost remixata da Thriller è un classico 4/4 pieno di atmosfere cupe e spettrali che avvolgono in una cortina di nebbia per tutti i 6 minuti ed oltre di durata.

Codex nell’elaborazione di Illum Sphere è uno dei cali di questo doppio cd: il brano è di difficile ascolto già nella versione originale e nonostante qua si apra un piccolo spiraglio, il tutto resta in un ambito molto mesto, soprattutto se confrontato con gli altri lavori contenuti in questo doppio album.

Già Little By Little del berlinese Shed alza nuovamente l’entusiasmo, in una versione totalmente irriconoscibile piena di ritmi sincopati.

Lenta, rumorosa e trascurabile anche Give Up The Ghost rivisitata da Brokenchord.

Fortunatamente arriva il remix di TKOL prodotto da Altrice (al lavoro lo scorso anno con Swim di Caribou) a risollevare gli animi coi suoi 6 minuti di ambient che lasciano poi spazio all’IDM della versione di Blawan di Bloom, brano più gettonato nei remix, presente nel secondo cd in ben 3 versioni. Delle 3 quella del giovane inglese, seppure di buona fattura, risulta la più fiacca, soprattutto se confrontata con l’acid old school del remix di Objekt e con l’inquieto rework techno-ambient di Jamie XX.

Molto interessante nel secondo cd è pure Good Evening Mrs. Magpie dei berlinesi Modeselektor, probabile futura hit nei club che propongono minimal di matrice tedesca.

Ottimo remix è anche quello di Anstam che galvanizza l’ascolto di Separator e ci guida ad una delle perle di questo TKOL REMIX 1234567: Lotus Flower nel remix SBTRKT chiude alla grande un secondo cd meno immediato del primo ma sicuramente di buona fattura.

Probabilmente chi segue le novità in ambito di elettronica avrà già avuto modo di conoscere questi remix o anche di averli in vinile; la raccolta risulta però molto interessante, considerando il primo cd come un album di ottima elettronica ed il secondo come maggiormente dedicato agli addetti ai lavori.

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Fabio Busi
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