Piqued Jacks
Aerial Roots
(Dynamik Records)
alt rock, folk, acustic roots
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Ci sanno fare eccome! Senza tanto rovistare nell’underground, dischi come questi vengono fuori da soli, hanno la potenza personale di vincere senza giocare, esplodere senza essere innescati. I Piqued Jacks potrebbero essere senza dubbio alcuno postati in terra d’America, tra le infinite strade espressive e alternative dell’anima libera yankee, mentre invece sono della provincia pistoiese, sangue, arte e atmosfere al di là dell’Oceano, corpi, sogni e classe al di qua, nella toscana del “buon tutto”.
Aerial Roots è il loro quinto album che – oltre che reinterpretare in versione acustica brani del precedente Climb Like Ivy Does – accalora il sangue, un trip sonoro di folk, capillarità bluesy, rock atmosferico e “delicatessen” alla Damien Rice Reign of clouds, Tesla armonici, che crea intorno all’ascoltatore un capsula di sensazioni che istigano al volo virtuale, all’insondabile.
Ballate, sciarade di penna, lontani profumi di un Buckley Jr. Romantic soldier, Mumford & Sons Home is forever, intimità e nuvole cariche di quel senso di malinconica rinascita fanno il netto della tracklist, un bell’incrocio di classe e sonorità intramontabili che i nostri ricamano tra poesia e sguardi persi, dilatati oltre confine.
Il “mexicato” di Moooody e la solitudine field di When glaces meet chiudono un sogno, si, un sogno sonoro di radici e gemme senza prezzo da fare invidia anche ai piani alti, oltre ma ben oltre l’underground. Eccellenza!
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