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Piers Faccini: My Wilderness

Torna Piers Faccini col suo sesto lavoro My Wilderness. Un ritorno al sound delel origini davvero interessante e ben curato

Piers Faccini

My Wilderness

(Cd, Ponderosa Music & Art)

folk

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Piers Faccini- My WildernessPiers Faccini, cantante e compositore anglo-francese di origini italiane, venne conosciuto dai più, me compreso, quando nei primi anni 2000 accompagnò in tour qua in Italia l’amico Ben Harper.

La carica emozionale delle sue esibizioni live coinvolgeva parecchio ma su cd tutto sembrava ancora un po’ inespresso. Dal 2005 ad oggi tanti hanno provato questa strada ed alcuni, come Paolo Nutini, sono riusciti pure ad affermarsi in fretta, mentre Faccini ha continuato a restare in un ambito di nicchia che però ascoltando questo sesto lavoro, si può dire abbia dato buoni frutti.

In questo My Wilderness, che vede tra gli ospiti Ibrahim Maalouf ai fiati e Rodrigo D’Erasmo degli Afterhours agli archi,  le sonorità si discostano dagli ultimi album e si avvicinano molto al folk ed all’etnico tanto cari anche a Ben Harper nei suoi primi lavori. Finalmente Piers Faccini ha trovato la sua dimensione su album, tanto vicina ai suoi splendidi live.

Subito una partenza a 5 stelle con la pregevole No Reply piena di archi e con una notevole interpretazione di Faccini.
Accompagnata da una tromba che ammalia è invece la successiva The Beggar & The Thief con atmosfere da sofferta canzone messicana.

La più scontata That Cry lascia spazio alla sussurrata Strange Is The Man.

Dreamer  è molto più ritmata e si avvicina particolarmente a certi lavori di Devendra Banhart, mentre più affine a Nick Drake è My Wilderness omonima all’album.

Con Tribe, punta di diamante di questo album, si entra in un territorio quasi contaminato dalle sonorità più afro del Ben Harper di Oppression.

Dopo la trascurabile And Still The Calling, la dolce melodia di The Branches Grow ci accompagna alla chiusura con Say But Don’t Say e le atmosfere gitano-psichedeliche di Three Times Betrayed, uno dei momenti più belli dell’album.

Probabilmente questo lavoro calamiterà maggior attenzione su Piers Faccini, un artista davvero talentuoso che fino a questo momento della sua carriera ha avuto meno attenzione di quella che avrebbe meritato.

Non un lavoro imperdibile ma comunque davvero interessante e piacevole all’ascolto.

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Fabio Busi
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