Operaja Criminale
Roma, Guanti e Argento
(CD, Psicolabel, 2012)
indie rock
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Andrea Ruggiero nasce come violista e ha avuto collaborazioni importanti dai Ratti della Sabina a Giorgio Canali, da Cisco agli Yo Yo Mundi, mentre l’altro socio, Matteo Scannicchio, proviene dai Cappello a Cilindro/Eva Mon Amour, oltre a collaborare con Valentina Lupi. Due o tre anni fa è nata una bella amicizia tra di loro e condividendo il piacere di suonare assieme hanno deciso di dedicarsi ad un proprio progetto che prende il nome di Operaja Criminale.
Ti aspetteresti, visti i trascorsi e il naming altisonante, canzoni folk ad alto contenuto politico. E invece ti ritrovi tra le mani un debutto indie davvero piacevole. Roma, Guanti e Argento è un disco pieno di personalità, intenso, doloroso ed elegante. E’ uno sguardo sulla periferia del nostro animo, analizzando la prepotenza mediatica dei telegiornali, la Milano della moda e l’immobile amministrazione del Belpaese attraverso esami di coscienza che vengono sollevati nota dopo nota, senza contare quella forza motrice che si chiama amore. I due musicisti riescono a trasmettere tutto questo attraverso le atmosfere dissonanti caratteristiche dell’alternative italiano, che da “laboratorio di sperimentazione” se ne sono usciti fuori con un disco notevole che merita adeguata considerazione.
Suonato e curato in maniera esemplare, Roma, Guanti e Argento è prodotto da Giorgio Canali che, oltre ad accompagnarli in alcuni brani, si presta anche come attore per il loro video di lancio, E.C.G., brano di apertura del disco. Il duo coinvolge alla realizzazione Giorgio Maria Condemi alle chitarre (Poppy’s Portrait – Spiritual Front), Cesare Petulicchio, batterista dei Bud Spencer Blues Explotion e Ilenia Volpe ai cori, quest’ultima gradito inserimento capace di creare drammaticità in alcuni encomiabili brani grazie alla sua voce.
Per la maggior parte dell’ascolto si abbinano canzoni notturne e imperturbabili attorniate da distorsioni sonore che rispecchiano anime ferite, con riff impulsivi ma garbati in ogni pezzo. Loro dicono che ne L’ordine Naturale Delle Cose c’è tutto il loro sound e hanno perfettamente ragione. Le canzoni sono cristalli delicati da spostare con attenzione, spesso arrivano ad un crescendo da brividi come quando in Grave la seconda voce femminile di Ilenia ci lascia disarmati o in Torino, lenta e struggente, con l’armonica di Canali da pelle d’oca che lascia spazio ad un fragoroso finale.
Qualche episodio magari non è esattamente fiammante (Fine di Marzo, scritta di getto dopo aver visto un telegiornale e le due Tremore), in Milano si riprende un certo songwriting delicato che mi ricorda i trascorsi negli Eva Mon Amour, il finale de La mia città è morta dalle tinte folk chiude un bell’album che proietta questi due ragazzi verso un futuro musicale da tutelare. E se Giorgio Canali ha investito su di loro producendo e suonando questo disco, sicuramente significa che ne vale la pena.
Sito web: myspace.com/operajacriminale
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