Ondamedia
Lungo Strade Senza Volto
(Cd, Autoproduzione)
rock, alternative rock
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Gran bel lavoro. Lungo Strade Senza Volto, secondo album della band romana Ondamedia è veramente un gran bel lavoro. Nati nel 1998, il gruppo si compone di Fabrizio Collacchi alla voce, Massimiliano De Castro e Alberto Foddai alle chitarre, Alberto Maiozzi alla batteria. Dopo aver debuttato con un primo disco ufficiale, intitolato Niente è come sembra, in questo 2010, a quattro anni di distanza, ci propongono un concept album di buon valore.
Gli Ondamedia si presentano come una band rock versatile, i cui testi cantautorali sono ben intrecciati ad un lavoro delle due chitarre spesso certosino, il quale, a loro dire, si lascia andare di tanto in tanto anche a tratti di psichedelia. Sinceramente, in Lungo strade senza volto di psichedelico non ho trovato molte cose. E probabilmente è stato meglio così.
Protagonista di questo album (che viene descritto come autobiografico) è un uomo che perde se stesso, entrando in un grave conflitto interiore, dal quale cerca di uscire attraverso una contorta strada fatta di sofferenza e di rilettura del proprio passato. Forte di una volontà decisa, dopo cattivi pensieri e tristi ricordi, alla fine riesce a giungere alla comprensione del futuro, o meglio, comprende che il futuro non sarà molto diverso dal passato, ma che proprio grazie a ciò che è stato, riuscirà ad affrontare ciò che verrà con la giusta convinzione, magari senza incappare nei precedenti errori. Il tutto grazie alla riacquisizione del proprio io perduto.
Per narrare questa storia (non originalissima magari, ma sicuramente di grande impatto), gli Ondamedia si affidano ad una miscela di rock duro e malinconici arpeggi, con una gran predisposizione per le ballate angosciate, quasi tutte di buona fattura. Sono solo tre i brani sereni: Un giorno perfetto, Verso di me e Capoverso. Differenti tra loro, ma tutti molto godibili.
Non male anche l’idea di aprire e chiudere l’album con lo stesso motivo strumentale, riprodotto prima in maniera angosciata, poi con maggiore leggerezza e convinzione. Mentre non risulta adatta allo scopo la doppia track Mentore, in cui si dovrebbe far sentire la coscienza dell’uomo, ma che invece risultano solamente delle pause, quasi riempitive.
Tra le ballate di grande effetto proposte in Lungo strade senza volto si possono evidenziare la seconda track Simbolo e l’intensa e nostalgica Come eravamo.
Ma è sicuramente il brano Oltre la siepe il vero capolavoro degli Ondamedia inserito in questa seconda fatica. Una canzone particolare, dotata di un potente riff, che con l’entrata della prima strofa si spegne, lasciando spazio ad un cantato non cantato, bensì recitato, e recitato bene. Il tutto composto da tre strofe in un continuo crescendo fino al finale nuovamente energico come il riff iniziale. Ottima costruzione, ottimo testo, ottima musica, ottima interpretazione del vocalist, che nel resto dell’album, devo ammettere, non sembra convincere del tutto.
Dunque, nel complesso non si può che essere soddisfatti di questo Lungo strade senza volto, che tra l’altro non fa altro che confermare le buone impressioni destate in molti addetti ai lavori già dal precedente lavoro. Se vogliamo, qualche difettuccio c’è (poco convincenti gli assoli, qualche rima eccessivamente forzata che intacca leggermente l’effetto dei testi nel loro complesso), ma nulla di irreparabile, e nulla che non faccia apprezzare un album che, si spera, possa non rimanere nei confini territoriali dell’underground laziale.
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