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Ólöf Arnalds: Sudden Elevation

Ólöf Arnalds dopo due album in islandese passa alla lingua inglese in questo Sudden Elevation. il risultato e la magia sono però gli stessi. Imperdibile

Ólöf Arnalds

Sudden Elevation

(Cd, One Little Indian)

folk, avant-folk

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Ólöf Arnalds: Sudden Elevation Dopo due lavori,  Ólöf Arnalds cerca una maggior internazionalità, passando all’inglese (nonostante un qualche accenno anglofono in passato, i suoi brani erano tutti in islandese).

Le sonorità sono le stesse alle quali ci ha abituato la connazionale di Bjork (presente nel suo ultimo lavoro Innundir Skinni): un songwriting di matrice folk caratterizzato dalla voce squillante e ammaliante di Ólöf che a tratti ricorda come stile Joanna Newsom.

Registrato nell’autunno 2011 in un fiordo ad ovest dell’Islanda, questo Sudden Elevation parte con un brano abbastanza  vivace intitolato German Fields.

Bright And Still incanta con la soavità della voce di Ólöf. E’ uno di quei brani che evoca paesaggi incantati e  foreste innevate e che si ascoltarebbe bene davanti al tepore di un caminetto.

L’album prosegue con le meno immediate Return Again e Treat Her Kindly e smarriti fra arpeggi fatati si giunge a Call It What You Want, brano che potrebbe ben figurare fra il repertorio di Tori Amos.

L’incanto va avanti con la coralità di A Little Grim. Giro di boa con la trascurabile Fear Less, ma già Numbers And Names torna a calamitare il mio ascolto e mi trascina nell’ambientale Sudden Elevation.

Il rischio nell’ascoltare lavori come questo è di trovare un po’ ripetitivi i brani, anche se ascolto dopo ascolto, si riescono a percepire differenze di stile e caratteristiche poetiche che fanno apprezzare ogni volta sempre più questa giovane e bellissima cantautrice.

Le brevi The Joke e Onwards And Upwards ci portano alla conclusione con la raffinatissima espressività di Perfect, brano che fa capire perfettamente come mai il periodico Q abbia definito Ólöf una delle sue Most Exciting People In Music.

Un album semplicemente da ascoltare ! Lasciatevi rapire da Ólöf Arnalds.

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Fabio Busi
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