Olafur Arnalds
Living Room Songs
(Cd, Erased Tape Records)
Olafur Arnalds
Another Happy Day
(Cd, Erased Tape Records)
neo-classica
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C’è un compositore che all’età di ventiquattro ha già prodotto una colonna sonora per un film hollywoodiano, si è lasciato alle spalle lavori di qualità assoluta, forse impareggiabili per molti suoi colleghi più esperti, e tour in giro per il mondo che hanno toccato anche il nostro paese. Si tratta di Olafur Arnalds, eclettico compositore e polistrumentista di Mossfellasbaer (distante pochi chilometri da Reykjavik), che in questo inizio di aprile ha deliziato Parma, Ravenna e Roma, presentando al pubblico i suoi ultimi lavori: Living Room Songs e la colonna sonora del film Another Happy Day.
Partiamo dal primo. Registrato nella sua camera, come suggerisce il titolo, Living Room Songs contiene sette tracce, ognuna realizzata durante un giorno della settimana, che al meglio ci parlano del mondo del musicista islandese. Emergono, da un lavoro così intimo, la vera essenza e il riflesso in musica dell’artista, senza che per Olafur ci sia bisogno di alcuna parola, la musica ci dice già tutto.
È un disco dominato dalla malinconia, a volte da tristezza smisurata, a paritre da Fyrsta, primo brano dell’album, arrivando a This Place Is A Shelter, chiusura magistrale e di rara bellezza; in mezzo, però, non solo immagini grigie di pioggia e solitudine (prime idee arrivatemi alla mente dopo un primo ascolto), ma brani di incredibile armonia e semplicità (Tomorrow’s Song e Lag Fyrir OI ommu), la stessa di un bambino che guarda il mondo, quasi gioiosi (sentimento in ogni caso nascosto dai toni piuttosto cupi dell’album). Unica traccia che sfugge un po’ a questa descrizione è Near Light, secondo brano del disco e un po’ più “canzone” delle altre, diversa è infatti la velocità, diverso anche il sottofondo, diversi intensità e ritmo. Perfetta infine la sintonia tra pianoforte e violino, dominanti in Living Room Songs, originale e personale.
Discorso diverso per la colonna sonora di Another Happy Day, data la diversa natura e il contesto totalmente differente di questo lavoro. Il film, drammatico, costituisce l’esordio alla regia di Sam Levinson. Bisognerebbe vederlo per esprimere un giudizio completo sull’opera del musicista nordico, ma senza dubbio Olafur Arnalds ha creato una colonna sonora di qualità, non allontanandosi troppo dallo stile preciso, pulito e malinconico dei suoi normali lavori, ma aggiungendo quel tocco di necessaria “classicità”, che porta i brani vicino a quelli della più tipica tradizione degli album “OST” che accompagnano pellicole di genere simile.
Non vogliamo azzardare paragoni pesanti, ma cosa potrebbe mai combinare tra qualche anno questo giovane compositore che, oltre ad un talento enorme, nella sua musica ci trasmette con facilità il fascino delle terre del Nord, se non diventare una dei musicisti più affermati in tutto il mondo, ripercorrendo (e magari affiancando) le orme lasciate da monumenti come Howard Shore, John Williams o Alan Silvestri?
Vedremo, ma la risposta potete già intuirla, o almeno cercare di prevederla.
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