Ofeliadorme
Bloodroot
(Cd, The Prisoner)
indie rock
________________
A due anni da All Harm Ends Here, riecco gli Ofeliadorme, band bolognese in pista con il secondo full-length Bloodroot, nove tracce soft rock cantate dalla vocalist Francesca Bono, supportata dai suoi tre compagni di palco. Il gruppo, che prende il nome ispirandosi al poema Ophelie di Rimbaud, continua a cantare in lingua inglese melodie oniriche ed evocative con una musicalità tenue e mai roboante, semmai hanno un modo elegante e discreto di produrre musica.
Last Day First Day apre il nuovo lavoro con un’acustica sopra un tappetino elettronico e una voce come timidamente apparsa per poi prendere coraggio in una canzone sulle proprie radici. Il ritornello è lievemente più acceso e ridondante, con il cantato che si stende sciolto dimostrando la sua duttilità. Subito dopo la title track Bloodroot, che richiama un fiore delle papaveracee con cui gli Indiani si dipingevano la faccia prima di andare in guerra, usato anche come rimedio naturale, è un brano luminoso dal sapore british, con chitarre tintinnanti e trascinanti.
L’acustica detta il flusso in Magic Ring con la voce della singer che rimbomba come un eco in una cattedrale. Accostata a PJ Harvey e Dresden Dolls, per me più a Suzanne Vega probabilmente, la band emiliana ha suonato anche all’estero negli scorsi anni dove ha riscontrato un buon successo e una meritata attenzione del pubblico, colpendo Howie B. che ha voluto remixare la loro Paranoid Park. Il sound è abbastanza minimale, non ci sono particolari effetti che caratterizzano i brani di questo disco, tutto molto lineare e senza variazioni inconsuete.
Pumpkin Girl infatti è notturna, dolce e soffusa. Brussels probabilmente è la più oscura e penetrante del disco mentre passa le liriche sui ricordi, accompagnate dalle note basse di una tastiera e dall’arpeggio di una chitarra dall’andamento meccanico. Ulysses nella sua semplicità è graziosa mentre riprende aria con giochi di chitarra una canzone di redenzione. Quella che mi ha più colpito in questo disco è stata Stuttering Morning, abbastanza briosa e gradevole. In chiusura, Otherwise si lascia indietro un’atmosfera sospesa e sognante mentre dà uno sguardo allo scorrere del tempo.
Mezzoretta di musica, nel disco ci sono presenze importanti, come quella di Angela Baraldi e Vittoria Burattini (Massimo Volume). Abituato a scosse elettriche più esaltanti, gli Ofeliadorme producono ottimamente la loro musica, in particolare Gianluca e Tato sanno giostrare bene con i suoni delle chitarre arricchendo con buoni arrangiamenti le canzoni piuttosto sobrie. Consigliato a chi cerca quella malinconia genuina e poetica.
Sito web: www.ofeliadorme.it
Gli ultimi articoli di Luca Paisiello
- Malarima: Pesci Combattenti - December 13th, 2024
- Ozora: recensione di Litanie - November 26th, 2024
- Gli Yo Yo Mundi festeggiano i 35 anni di carriera - November 16th, 2024
- Zagreb: recensione di Terra Bruciata - November 9th, 2024
- Michael Kepler: recensione di Mask Of The White Ape - October 28th, 2024